N. 749 - Una analisi delle determinanti delle variazioni dei premi sui crediti default swap prima e dopo la crisi dei mutui subprime

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di Antonio Di Cesare e Giovanni Guazzarottimarzo 2010

Il lavoro analizza i fattori che determinano le variazioni dei premi sui derivati sul rischio di credito (CDS) per un campione di società non finanziarie statunitensi, considerando sia il periodo precedente l’avvio della crisi finanziaria sia il periodo successivo.

Il modello empirico include tra le variabili esplicative i principali fattori indicati dalla teoria come rilevanti per la valutazione del rischio di credito di un’impresa: il leverage, i tassi di interesse sui titoli di Stato, la volatilità dei corsi azionari dell’impresa e, quale controllo per eventuali effetti non lineari, il premio per il rischio di credito predetto dal modello di Merton. In una versione estesa del modello vengono incluse anche altre variabili utilizzate in letteratura: il rendimento e la volatilità dell’indice azionario di mercato, l’inclinazione della curva dei tassi di interesse, il differenziale di rendimento del mercato obbligazionario.

La versione più estesa del modello proposto è in grado di spiegare il 54 per cento delle variazioni dei premi sui CDS nel periodo precedente la crisi finanziaria e il 51 per cento durante la crisi. Entrambi i valori sono più elevati di quelli di studi comparabili sui premi sui CDS o sui differenziali di rendimento obbligazionari.

Il fatto che la capacità esplicativa complessiva del modello sia rimasta sostanzialmente invariata prima e dopo l’avvio della crisi finanziaria indicherebbe che il mercato dei CDS ha continuato a rispondere, anche in un periodo di elevato stress, alle variabili che la teoria economica identifica come rilevanti ai fini della valutazione del rischio di credito delle imprese.

Durante la crisi finanziaria il contributo del leverage nello spiegare le variazione dei premi sui CDS è stato significativamente più elevato, soprattutto per le imprese con condizioni finanziarie meno solide, indicando una maggiore attenzione degli investitori alle caratteristiche individuali delle imprese. Il contributo della volatilità dei corsi azionari si è ridotto significativamente, probabilmente perché le ampie variazioni registrate da questa variabile durante la crisi l’hanno resa un indicatore meno affidabile della volatilità di lungo periodo delle attività delle imprese, che secondo la teoria dovrebbe essere una delle variabili rilevanti ai fini della valutazione del rischio di credito.

Infine, durante la crisi i premi dei CDS hanno mostrato una correlazione più elevata che in passato, segnalando la presenza di un accresciuta componente comune soltanto in parte catturata da indicatori di attività economica, di incertezza e di avversione al rischio.

Pubblicato nel 2010 in: Journal of Current Issues in Finance, Business and Economics, v. 3, 4,

Testo della pubblicazione