N. 744 - Commercio, progresso tecnico e ambiente: gli effetti di una tassa ambientale sui consumi unilaterale

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di Daniela Marconifebbraio 2010

Le evidenze empiriche disponibili per i paesi avanzati indicano che circa la metà delle emissioni di gas serra è riconducibile, direttamente o indirettamente, all’attività di consumo delle famiglie. Studi teorici mostrano che un governo che si concentri sull’abbattimento delle emissioni inquinanti generate dall’attività di consumo piuttosto che di produzione raggiunge il suo obiettivo in maniera più efficiente, conseguendo un innalzamento complessivo del benessere sociale senza compromettere la competitività internazionale del sistema produttivo.

Questo lavoro estende questo tipo di analisi includendo la possibilità che le imprese intraprendano anche un’attività di ricerca e sviluppo, oltre che di produzione. In questo contesto, si analizzano le conseguenze dell’adozione unilaterale di una tassa sulle emissioni inquinanti generate dal consumo sugli scambi internazionali, sull’inquinamento e sul progresso tecnologico, in un modello di equilibrio economico generale con due paesi e crescita endogena.

Oltre alle ipotesi standard in questo tipo di letteratura (utilità dalla varietà di beni, concorrenza monopolistica) si assume che i consumatori del paese più ricco siano avversi all’inquinamento. Inoltre, si ipotizza che l’innovazione tecnologica delle imprese contribuisca sia a innalzare la produttività sia a ridurre le emissioni inquinanti.

Si dimostra che l’introduzione di una tassa proporzionale alle emissioni generate dal consumo di beni - sia prodotti all’interno sia importati - nel paese più ricco (che costituisce anche il mercato di consumo più ampio) e la successiva ridistribuzione degli introiti ai consumatori in base alla formula lump-sum produrrebbe effetti sui consumi, sui profitti e sulle ragioni di scambio tali da accelerare l’innovazione tecnologica in entrambi i paesi, abbattere le emissioni inquinanti per unità di prodotto e migliorare il benessere complessivo dei due paesi.

Sebbene ottenuti nell’ambito di un modello teorico stilizzato, questi risultati indicano che, incidendo sulle abitudini di consumo mediante interventi di tipo unilaterale, non penalizzanti per la competitività internazionale del paese, i governi possono generare meccanismi virtuosi a livello globale.

Pubblicato nel 2009 in: Asia-Pacific Journal of Accounting and Economics, v. 16, 3, pp. 297-316