N. 733 - Effetti macroeconomici del capitale pubblico: un'analisi su dati regionali

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di Valter Di Giacinto, Giacinto Micucci e Pasqualino Montanaronovembre 2009

Il lavoro valuta gli effetti macroeconomici della spesa per infrastrutture, sia per l’intero paese sia per le principali ripartizioni geografiche. I dati impiegati sono ricostruiti secondo il metodo dell’inventario permanente e misurano il valore del capitale pubblico regionale per tipo di opera su un ampio orizzonte temporale.

L’analisi econometrica si basa su modelli vettoriali autoregressivi (VAR). Questo approccio è più  flessibile di quelli basati sulla funzione di produzione o di costo: da un lato, non impone forti vincoli sulla dinamica del processo; dall’altro, consente di cogliere le relazioni tra capitale pubblico e PIL tenendo conto sia degli effetti diretti sia di quelli indiretti, che operano tramite gli impulsi agli input privati, come il capitale e il lavoro. La stima degli effetti di lungo periodo del capitale pubblico sul PIL fornisce dunque nuove evidenze sui possibili effetti di spiazzamento e complementarità del capitale pubblico rispetto a quello privato.

Nel breve periodo il capitale pubblico avrebbe un effetto positivo sia sul PIL sia sull’occupazione. Vi sono inoltre significativi effetti positivi di lungo periodo, sia sull’accumulazione del capitale privato sia sul PIL. Pertanto, gli investimenti in capitale pubblico stimolerebbero la crescita di lungo periodo anche per effetto della positiva e prolungata risposta del capitale privato.

Rispetto alle analisi preesistenti, il lavoro rileva una maggiore elasticità del PIL al capitale pubblico. Tale differenza è riconducibile al diverso metodo di stima impiegato. Le stime VAR colgono i legami dinamici tra le variabili nel loro complesso; altre metodologie consentono invece di valutare solo gli effetti diretti del capitale pubblico, escludendo quindi potenziali effetti di retroazione su altri input della produzione.

Con riferimento alle diverse aree del Paese, la spesa cumulata per capitale pubblico in rapporto al PIL risulta maggiore al Sud sebbene alcuni indicatori basati su misure fisiche (come i chilometri di strade o di ferrovie) evidenzino una minore dotazione di infrastrutture nel Mezzogiorno. Questo potrebbe discendere sia da maggiori costi unitari di produzione, ad esempio riconducibili all’orografia o alla minore disponibilità di materiali in loco, sia da maggiori inefficienze nel processo di spesa. I dati indicano inoltre che negli anni più recenti il tasso di crescita del capitale pubblico è stato più elevato al Centro-Nord.

L’analisi empirica a livello territoriale mostra che nel lungo periodo l’elasticità del PIL alla spesa per infrastrutture è positiva sia nel Centro-Nord sia nel Mezzogiorno, ma il prodotto generato da una unità aggiuntiva di capitale pubblico (la sua produttività marginale) è minore in quest’ultima area.

Pubblicato nel 2010 in: Giornale degli economisti e annali di economia, v. 69, 1, pp. 29-66

Testo della pubblicazione