N. 717 - Se lo sconto maggiore perde l’asta: un’analisi teorica ed empirica degli appalti pubblici

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di Francesco Decarolisgiugno 2009

Lo studio analizza, sia teoricamente sia empiricamente, gli effetti economici di due diverse tipologie d’asta frequentemente utilizzate per l’aggiudicazione degli appalti pubblici. Nella prima, il vincitore è l’impresa che offre il ribasso maggiore sulla base d’asta, a condizione che il banditore ritenga l’offerta compatibile con i costi dell’impresa (massimo ribasso); nella seconda, l’offerta vincente è quella più vicina alla media dei ribassi offerti dai concorrenti (ribasso medio).

La parte teorica del lavoro propone una giustificazione del metodo dell’asta al ribasso medio basata su di un modello formale d’asta. Si mostra che, sebbene l’asta con aggiudicazione al ribasso medio non assegni con certezza il lavoro all’impresa con il costo minore (inefficienza allocativa), un appaltante che voglia minimizzare i costi possa preferire tale tipo di asta se: i) le imprese partecipanti all’asta hanno una diversa propensione a violare gli obblighi derivanti dall’aggiudicazione dell’appalto; ii) l’inadempienza del contratto genera costi sufficientemente elevati; iii) vi è un elevato costo di screening delle offerte per stabilirne la validità.

L’analisi empirica si basa su dati relativi agli appalti di lavori pubblici in Italia aggiudicati con entrambi i metodi. Si usano sia dati relativi a tutte le gare per lavori stradali svolte tra il 2005 al 2008 e alle relative offerte presentate dai partecipanti sia quelli raccolti dall’Osservatorio dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici che riguardano tutte le gare di lavori svolte tra il 2000 e il 2007 e consentono di stabilire se i lavori assegnati sono stati effettivamente realizzati.

I risultati principali dell’analisi empirica sono quattro. In primo luogo, in linea con le predizioni del modello teorico, i lavori sarebbero assegnati sulla base del ribasso massimo solo dalle amministrazioni pubbliche in grado di effettuare un efficace screening delle offerte ricevute. In secondo luogo, l’uso del metodo dello sconto medio presenta rischi di inefficienza allocativa. In queste aste non sembra infatti esservi alcuna relazione tra le offerte delle imprese e misure alternative dei costi effettivi di realizzazione del lavoro. Il terzo risultato mostra che il metodo dello sconto maggiore riduce in misura significativa il prezzo di aggiudicazione (mediamente, tra il 10 e il 20 per cento per i lavori esaminati). Il maggiore sconto in fase di aggiudicazione è, tuttavia, in parte bilanciato da un incremento del prezzo finale pagato (nei lavori esaminati, tra il 3 e l’8% della base d’asta). Infine, il passaggio a gare al ribasso maggiore comporta un significativo calo del numero dei partecipanti: da circa 50 imprese a circa 7. L’effetto è riconducibile sia alla maggiore competitività delle aste al ribasso maggiore, che disincentiva le imprese meno efficienti a partecipare alle gare data la bassa probabilità di vittoria, sia alla maggiore impermeabilità di questo formato d’asta alla collusione tra imprese.

Questi risultati suggeriscono che una maggior centralizzazione del processo di screening (come la recente istituzione in Italia delle centrali di committenza) potrebbe indurre un numero maggiore di amministrazioni ad adottare l’asta al ribasso maggiore e pertanto determinare una migliore efficienza allocativa. Al contempo, alcuni accorgimenti, quali l’impiego di garanzie assicurative e il ricorso a meccanismi reputazionali, potrebbero contribuire a limitare i rischi di violazioni del contratto anche nel caso delle aste al massimo ribasso.