N. 702 - Istruzione ed economia sommersa

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di Rita Cappariello e Roberta Zizzagennaio 2009

L’Italia, nel confronto con le altre principali economie industrializzate, è caratterizzata da un’elevata incidenza dell’economia sommersa e da un basso livello medio di istruzione. Il lavoro esamina empiricamente la relazione tra questi due fenomeni. In particolare, si valuta se sia la bassa scolarità a determinare la condizione di irregolarità o se sia una maggiore incidenza dell’economia sommersa nel mercato del lavoro locale a influenzare le probabilità di abbandono scolastico.

La condizione individuale di irregolarità è definita confrontando l’esperienza lavorativa con il numero di anni per i quali sono stati versati oneri contributivi; entrambe le informazioni sono raccolte dall’Indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia,. Oltre agli anni di istruzione, tra le determinanti della condizione di irregolarità figurano sia numerose variabili socio-demografiche e caratteristiche riferite all’intera vita lavorativa (esperienza, numero di attività svolte, tipologia di lavoro) sia indicatori delle condizioni della domanda di lavoro nel mercato locale.

L’analisi, basata su tecniche di variabili strumentali, mostra che un basso livello di istruzione aumenta in misura apprezzabile la probabilità di svolgere un lavoro irregolare. L’aver conseguito una laurea più che dimezza tale probabilità, sia per gli uomini sia per le donne, rispetto all’aver terminato solo la scuola dell’obbligo. Il beneficio che deriva dal completare la scuola dell’obbligo, rispetto a chi non possiede alcun titolo di studio, è ancora più marcato. A parità di altre condizioni, la probabilità di avere un lavoro irregolare è più elevata per le donne, per coloro che non sono mai stati sposati, per gli occupati nei settori del terziario e delle costruzioni, per i residenti nel Mezzogiorno, per i lavoratori autonomi. Per questi ultimi le stime econometriche indicano che lo status di irregolarità è influenzato solo debolmente dal livello di istruzione; la probabilità di essere irregolari è per i lavoratori autonomi sempre più elevata di quella dei lavoratori dipendenti per livelli di istruzione superiori alla scuola dell’obbligo.

Infine, non vi è evidenza a favore del nesso di causalità inverso: la presenza di maggiori opportunità di lavoro nel settore informale non influenzerebbe in misura significativa la scelta di abbandonare gli studi.

Pubblicato nel 2010 in: Labour, v. 24, 2, pp. 139-162

Testo della pubblicazione