N. 676 - La globalizzazione e l'appiattimento della curva di Phillips.Evidenza sull'effetto dell'attività economica sui prezzi a livello di impresa

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di Eugenio Gaiottigiugno 2008

Il saggio analizza i possibili fattori sottostanti l’appiattimento della curva di Phillips rilevato negli ultimi anni, approfondendo in particolare il ruolo della globalizzazione e quello delle aspettative di inflazione.

A partire dall’inizio degli anni novanta, in tutti i paesi industriali si è osservato un appiattimento della curva di Phillips, ovvero la relazione empirica che lega l’inflazione al livello di attività economica. La risposta dell’inflazione a un ampio ventaglio di misure dell’attività — il tasso di disoccupazione, l’output gap (cioè la differenza tra output effettivo e output producibile con pieno impiego delle risorse) e il grado di utilizzo della capacità produttiva — è diminuita in misura considerevole.

È stata avanzata in letteratura l’ipotesi che l’appiattimento della curva di Phillips vada posto in relazione con il diffondersi della globalizzazione: le spinte concorrenziali provenienti dai paesi emergenti avrebbero ridotto la capacità delle imprese nazionali di aumentare i propri prezzi in risposta a pressioni dal lato della domanda o dei costi; inoltre, la possibilità di delocalizzare l’attività produttiva avrebbe reso il costo del lavoro meno sensibile a pressioni della domanda. Qualora questa interpretazione fosse corretta, da una lato, la politica monetaria potrebbe avere più margini di manovra per stabilizzare l’attività produttiva con minori costi in termini di inflazione; dall’altro, sarebbe più difficile ridurre l’inflazione tramite manovre della domanda aggregata.

Secondo una diversa, e più tradizionale, spiegazione l’appiattimento della curva di Phillips è solo una manifestazione della stabilizzazione delle aspettative di inflazione, resa possibile dall’efficacia delle politiche monetarie degli ultimi decenni. In questo caso, i cambiamenti del trade-off tra output e inflazione sarebbero endogeni e reversibili; cercare di sfruttarli nella formulazione della politica monetaria porterebbe a ripetere errori commessi nel passato.

Il presunto legame tra la globalizzazione e l’appiattimento della curva di Phillips è tuttora molto discusso dal punto di vista teorico e assai difficile da verificare empiricamente. L’obiettivo di questo lavoro è quello di fare ricorso ai dati individuali di impresa per identificare eventuali cambiamenti di natura strutturale della relazione tra capacità occupata e prezzi. L’uso di dati microeconomici costituisce un’innovazione rispetto alla strategia empirica abitualmente seguita in questo tipo di letteratura, consentendo, in particolare, di verificare se una modifica nella risposta dei prezzi all’andamento del grado di capacità occupata sia concentrata soprattutto nelle imprese più esposte agli effetti della concorrenza internazionale (sul proprio mercato di esportazione, sul mercato interno o sul mercato del lavoro).

Il lavoro utilizza un dataset dalle caratteristiche uniche, basato sull’Indagine sugli investimenti delle imprese industriali (INVIND) condotta ogni anno dalla Banca d’Italia. Il dataset copre il periodo dal 1988 al 2005 e include circa 2000 imprese. Esso include, per ciascuna impresa, informazioni sulla variazione dei prezzi, sul grado di capacità occupata e su vari aspetti dell’esposizione alla globalizzazione: la propensione all’esportazione, il settore produttivo di appartenenza e la relativa penetrazione dei prodotti delle economie emergenti, la presenza e le caratteristiche di concorrenti stranieri, la delocalizzazione di parte dell’attività produttiva.

Nel lavoro si stima una curva di offerta a livello di impresa, che lega la variazione dei prezzi all’andamento del grado di capacità occupata, con i seguenti risultati. Innanzitutto, l’appiattimento della curva di Phillips osservato tipicamente con i dati aggregati non è confermato dall’analisi dei dati a livello di impresa (in particolare, la variazione nella pendenza della curva di offerta osservata nel corso degli ultimi due decenni non è statisticamente diversa da zero). In secondo luogo, è possibile replicare a livello di impresa l’appiattimento menzionato della curva di Phillips solo se si omette di controllare nell’analisi per l’effetto delle aspettative di inflazione. Infine, in concomitanza con l’ingresso della Cina nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, non emerge un effetto sulla pendenza della curva di offerta più pronunciato per le categorie di imprese più esposte alla concorrenza internazionale.

Nell’insieme, i risultati del lavoro suggeriscono che l’appiattimento della curva di Phillips osservato a livello macroeconomico non dipenda da una modifica del comportamento delle imprese individuali connesso alla maggiore concorrenza internazionale, ma da una diversa dinamica delle aspettative di inflazione, legata presumibilmente alle modifiche istituzionali nel regime monetario introdotte all’inizio degli anni novanta.

I risultati del lavoro non sono peraltro in contrasto con l’ipotesi secondo la quale l’avanzare della globalizzazione, pur non modificando in via permanente il trade-off tra inflazione e crescita, abbia determinato una riduzione una tantum dei prezzi relativi dei beni prodotti nei settori più esposti alla concorrenza internazionale, con benefici per i consumatori nei paesi industrializzati, come indicato da alcuni recenti contributi alla letteratura.

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