N. 659 - La trasmissione degli shock dal mercato immobiliare al resto dell’economia.Evidenza da un modello di equilibrio economico generale stimato

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di Matteo Iacoviello e Stefano Nerigennaio 2008

Negli ultimi anni l’espansione del mercato delle abitazioni ha fornito un importante impulso alla crescita dell’economia degli Stati Uniti sia direttamente, attraverso l’aumento degli investimenti residenziali, sia indirettamente sostenendo i consumi delle famiglie. Dalla fine del 2005 il mercato immobiliare residenziale ha iniziato a indebolirsi, come evidenziato da una serie di indicatori, tra cui, soprattutto, gli investimenti residenziali. Secondo l’indice elaborato dal Census Bureau i prezzi degli immobili sono in rallentamento dalla seconda metà del 2005.

Il saggio analizza gli effetti di variazioni dei prezzi degli immobili sulle principali variabili macroeconomiche negli Stati Uniti; viene utilizzato un modello dinamico di equilibrio economico generale (DSGE), stimato con tecniche Bayesiane su dati trimestrali relativi al periodo 1965-2006. Il modello consente di identificare gli shock che hanno colpito l’economia statunitense, con particolare riferimento a quelli che hanno influenzato la domanda e l’offerta nel mercato immobiliare. La presenza di due tipi di agenti, debitori e creditori, permette lo studio degli effetti di variazioni nella ricchezza immobiliare sulla capacità di indebitamento degli agenti e sul consumo.

Secondo le stime, nel lungo periodo la crescita dei prezzi degli immobili (circa l’1 per cento all’anno in termini reali) è attribuibile al minore progresso tecnologico nel settore immobiliare rispetto a quello nel settore che produce beni di consumo e ai vincoli nella disponibilità di terra. Nel medio periodo (ovvero alle frequenze del ciclo economico), oltre il 40 per cento della variabilità dei prezzi delle abitazioni è attribuibile a shock di domanda e di offerta specifici del mercato immobiliare; il resto della variabilità è riconducibile a shock aggregati (ad esempio di politica monetaria).

L’effetto stimato di una variazione della ricchezza immobiliare (in termini reali) sul consumo è in linea con l’evidenza empirica disponibile: una diminuzione temporanea della ricchezza immobiliare pari all’1,0 per cento determina, nel trimestre successivo, una riduzione del consumo di circa lo 0,1 per cento.

I risultati confermano, infine, che l’andamento sostenuto del mercato immobiliare statunitense negli ultimi anni ha fornito un contributo nell’insieme positivo e significativo alla dinamica del consumo. In particolare, nel periodo 2002-2004, caratterizzato da una dinamica modesta del reddito disponibile, la possibilità di utilizzare l’accresciuto valore degli immobili per finanziare la spesa avrebbe contribuito, in media, per circa 0,4 punti percentuali all’anno alla crescita dei consumi.

Pubblicato nel 2010 in: American Economic Journal: Macroeconomics, v. 2, 2, pp. 125-164

Testo della pubblicazione