N. 653 - Gli effetti della cartolarizzazione sul canale creditizio

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di Yener Altunbas, Leonardo Gambacorta e David Marquésnovembre 2007

Nei maggiori paesi si è verificato negli ultimi anni un graduale passaggio dal tradizionale modello di intermediazione creditizia — in cui le banche mantengono la titolarità dei prestiti fino alla scadenza contrattuale — a un nuovo modello, definito “originate, repackage and sell”, in cui le banche erogano i prestiti per poi assemblarli in portafogli di prodotti strutturati da collocare sul mercato (cioè presso altre banche, investitori istituzionali o hedge funds). Nell’area dell’euro lo sviluppo ditali attività, denominate di “cartolarizzazione”, è stato molto forte dopo l’introduzione della moneta unica: nel 2006 il volume dei prestiti cartolarizzati ha raggiunto circa un quinto delle nuove erogazioni. L’attività di cartolarizzazione si è tuttavia fortemente ridimensionata dopo le turbolenze della scorsa estate, che hanno evidenziato alcuni punti di debolezza del nuovo modello di intermediazione creditizia.

Lo scopo del lavoro è verificare in che modo il nuovo modello ha influenzato il meccanismo di trasmissione della politica monetaria tramite il canale creditizio (bank lending channel). Utilizzando osservazioni relative a un campione di circa 3.000 banche dell’area dell’euro tra il 1999 e il 2005, viene stimata un’equazione di offerta di credito che include tra le variabili esplicative, oltre alla dimensione della banca e al grado di liquidità e di capitalizzazione, anche il rapporto tra il volume dei prestiti cartolarizzati e il totale delle attività.

Il principale risultato del lavoro è che negli ultimi anni il ricorso delle banche alla cartolarizzazione ha reso la loro offerta di credito meno sensibile a mutamenti delle condizioni monetarie. La minore reattività dell’offerta di credito può essere ricondotta a due spiegazioni: a) la cartolarizzazione dei prestiti ha consentito agli intermediari di aumentare la liquidità delle attività in bilancio e di ridurre così gli effetti di una contrazione della raccolta nel caso di una restrizione della politica monetaria; b) essa ha permesso, inoltre, di trasferire una parte del rischio di credito al mercato e quindi di ridurre i requisiti patrimoniali necessari allo svolgimento dell’attività di intermediazione creditizia.

Tuttavia, i risultati indicano che la minore reattività dell’offerta di credito a variazioni della stance di politica monetaria, indotta dall’uso della cartolarizzazione, dipende in modo cruciale, oltre che dalle condizioni di liquidità dei mercati, anche dall’andamento del ciclo economico e dalla rischiosità delle banche. La rilevanza quantitativa del canale creditizio di trasmissione della politica monetaria potrebbe tornare ad ampliarsi in condizioni di mercato avverse che limitino l’attività di cartolarizzazione degli attivi bancari.

Pubblicato nel 2009 in: European Economic Review, v. 53, 8, pp. 996-1009

Testo della pubblicazione