N. 632 - News sull'offerta di petrolio in un VAR: informazioni dai mercati finanziari

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di Alessio Anzuini, Patrizio Pagano e Massimiliano Pisanigiugno 2007

Il prezzo del petrolio ha continuato a crescere nel 2005 e nel 2006, fino a superare i 70 dollari al barile, risentendo delle tensioni politiche nei principali paesi produttori e dei danni provocati alle infrastrutture petrolifere da eventi naturali avversi (come gli uragani nel Golfo del Messico). Rispetto all’aumento di prezzo registrato nel 2003-04, derivante in larga misura da una crescita della domanda superiore alle attese, quello registrato nel periodo più recente si caratterizza per un maggiore contributo dei fattori di offerta. Dato l’elevato grado di utilizzo della capacità estrattiva e di raffinazione mondiali, è plausibile che, nel prossimo futuro, i fattori di offerta contribuiscano in misura crescente a spiegare l’andamento del prezzo del petrolio.

Questo lavoro analizza l’effetto delle notizie riguardanti l’offerta di petrolio, corrente e attesa, sui livelli della produzione industriale e dei prezzi al consumo negli Stati Uniti; a tale fine viene utilizzato un modello autoregressivo vettoriale (VAR), stimato su dati mensili per il periodo 1965-2005. Diversamente che in altri studi, gli shock sono identificati misurando la variazione delle aspettative degli operatori sul prezzo del petrolio, implicite nei contratti futures, in corrispondenza di notizie sull’offerta di petrolio, connesse ad esempio con eventi naturali, episodi di tensione politica nei paesi produttori o decisioni dell’OPEC.

I risultati principali sono i seguenti.

(1) Le curve di risposta a impulso mostrano che, in seguito a un aumento inatteso del prezzo del petrolio dell’1 per cento, il livello di produzione diminuisce fino a un massimo dello 0,2 per cento dopo circa un anno e mezzo; i prezzi al consumo aumentano fino a un massimo dello 0,1 per cento dopo circa un anno.

(2) L’analisi storica dell’inflazione mostra un’elevata correlazione con gli shock petroliferi fino alla fine degli anni ottanta; successivamente la correlazione si riduce nettamente. Questo risultato è coerente con l’ipotesi di una maggiore efficacia e credibilità dell’azione di stabilizzazione della politica monetaria statunitense negli ultimi due decenni, con conseguente attenuazione dell’impatto inflazionistico degli shock petroliferi.

(3) Tutte le recessioni verificatesi dalla fine degli anni settanta risultano associate a incrementi inattesi del prezzo del petrolio; tuttavia, questi ultimi non sempre sono stati seguiti da una flessione dell’output.

(4) In particolare, nel corso del 2005 e del 2006 il forte aumento inatteso del prezzo del petrolio avrebbe dovuto indurre un calo della produzione industriale; poiché ciò non si è verificato ne discende che altri fattori, quali il prevalere di condizioni finanziarie molto favorevoli e l’accelerazione del processo di integrazione dei mercati internazionali, hanno più che compensato l’effetto negativo dello shock petrolifero

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