N. 630 - Crescita endogena e liberalizzazione commerciale tra paesi asimmetrici

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di Daniela Marconigiugno 2007

L’interscambio commerciale svolge un ruolo determinante nell’allocazione delle risorse tra settori produttivi e può influire quindi sul tasso di sviluppo di lungo periodo di un’economia. La letteratura più recente ha, da un lato, confermato l’esistenza di effetti statici positivi derivanti dall’apertura al commercio internazionale, grazie alla possibilità di accedere a una gamma più ampia di beni finali e intermedi, e, dall’altro, ha mostrato che la convergenza verso tassi di crescita più elevati è possibile solo nel caso in cui, parallelamente ai beni, anche la tecnologia venga diffusa a livello internazionale.

Secondo un filone di letteratura il progresso tecnologico è il risultato di investimenti in ricerca e sviluppo, a loro volta dipendenti da una qualche variabile di scala (ad esempio la dotazione complessiva di forza lavoro o quella di risorse altamente qualificate).

Il presente lavoro analizza gli effetti statici e dinamici dell’apertura al commercio internazionale in un modello di crescita endogena in cui vengono rimosse le ipotesi, poco realistiche, di 1) esistenza di un effetto di scala sul tasso di crescita di lungo periodo e 2) diffusione internazionale della tecnologia; in particolare, il progresso tecnico, frutto delle innovazioni di processo introdotte dalle imprese esistenti o da quelle entranti sul mercato, non dipende da alcuna variabile di scala. In tale modello i principali risultati dell’apertura al commercio internazionale sono i seguenti.

1. Paesi di dimensioni diverse che operano in settori innovativi con un diverso grado di sviluppo tecnologico possono convergere e continuare a crescere allo stesso tasso nel lungo periodo, anche in autarchia.

2. L’apertura al commercio internazionale ha, in generale, effetti statici positivi; essa, però, se da un lato aumenta la dimensione del mercato a cui le imprese di ciascun paese possono accedere, dall’altro accresce la concorrenza, per cui il tasso di crescita di lungo periodo del paese a più basso livello di sviluppo può rimanere invariato e uguale a quello del paese più avanzato se i beni prodotti dalle imprese nei due paesi sono diversi; se vi è parziale sovrapposizione fra prodotti la concorrenza tra imprese caratterizzate da costi unitari differenti modifica gli incentivi a restare sul mercato e a condurre attività di ricerca e sviluppo, nonché a entrare in nuove linee produttive; in particolare, se il paese con costi di produzione più elevati è anche relativamente piccolo, mentre gli effetti statici del commercio internazionale rimarrebbero positivi, quelli dinamici potrebbero rivelarsi negativi.

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