N. 628 - Effetti locali e globali di variazioni nei costi di trasporto in un network spaziale

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di Kristian Behrens, Andrea R. Lamorgese, Gianmarco I.P. Ottaviano, Takatoshi Tabuchiaprile 2007

La letteratura empirica attribuisce importanza alle barriere commerciali nello spiegare l’andamento del commercio di un paese, distinguendo tra le varie forme che tali barriere possono prendere: costi di trasporto, dazi doganali e costi di distribuzione.
Non si dispone, invece, di un modello teorico in cui queste diverse forme abbiano un ruolo esplicito, e potenzialmente differente, sui flussi di commercio, sulle decisioni di localizzazione delle imprese e sul benessere dei paesi interessati. Infatti, i modelli tradizionali di teoria del commercio internazionale, basati sull’ipotesi di concorrenza perfetta, hanno preso in considerazione esclusivamente il ruolo delle barriere tariffarie. Al contrario, i modelli della nuova teoria del commercio internazionale, basati sull’ipotesi di concorrenza imperfetta, introducono esplicitamente i costi di trasporto. Tuttavia essi adottano l’ipotesi semplificatrice che qualunque possibile tipo di barriera commerciale possa essere rappresentato da un costo di trasporto proporzionale: pertanto, in tale classe di modelli, tariffe e costi di trasporto finiscono per essere indistinguibili ed è preclusa qualunque considerazione sul loro differente effetto sui flussi di commercio, sulla localizzazione delle imprese e sul benessere dei paesi coinvolti.
In questo lavoro si presenta un modello in cui, all’interno di un sistema realistico di infrastrutture per lo scambio delle merci, sono presenti due forme di barriera commerciale, una basata sui costi di trasporto, l’altra sui dazi. In particolare, i differenti paesi che costituiscono il sistema economico analizzato rappresentano nodi di una rete spaziale complessa (network); in tale rete alcuni paesi sono connessi direttamente, altri solo indirettamente. Si dimostra che variazioni nel sistema di tariffe di un paese generano effetti indiretti che influenzano tutto il sistema economico considerato, mentre i costi di trasporto hanno effetti locali che restano geograficamente limitati.
In modo intuitivo, questo risultato si può spiegare nel modo seguente. I dazi influenzano il commercio tra paesi indipendentemente dall’effettivo percorso geografico seguito dalle merci, e cambiamenti delle tariffe generano effetti globali sul modello di specializzazione e sui flussi di commercio. Al contrario, gli effetti di variazioni bilaterali nei costi di trasporto dipendono dalle caratteristiche degli specifici itinerari percorribili all’interno del sistema economico, e sono pertanto geograficamente limitati.
Il risultato generale è che, nel modello a più paesi proposto, caratterizzato da concorrenza monopolistica, l’effetto di una maggiore integrazione economica dipende in modo cruciale da quale specifica barriera commerciale sia ridotta: un calo dei costi di trasporto avrà soltanto effetti locali, mentre una diminuzione di barriere di altro tipo avrà effetti globali, interessando tutti i nodi della rete.
Questi risultati hanno importanti implicazioni per la politica economica. Per esempio, l’introduzione di un’unione doganale avrebbe effetti positivi sul benessere di tutti i paesi membri (e negativi su quello dei paesi esclusi) soltanto nel caso in cui il dazio comune verso i paesi esclusi sia accompagnato da una omogeneizzazione dei costi di trasporto bilaterali fra ciascuna coppia di paesi membri (attraverso, per esempio, il coordinamento delle politiche infrastrutturali). In caso contrario, infatti, la maggiore integrazione commerciale potrebbe indurre una diminuzione del benessere dei paesi membri caratterizzati dai costi di trasporto più elevati all’interno dell’unione doganale (tipicamente, i paesi più periferici).

Versione definitiva pubblicata nel 2007 in: Regional Science and Urban Economics, v. 37, 6, pp. 625-648

Testo della pubblicazione