N. 626 - Gli abbandoni universitari: il caso italiano

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di Federico Cingano, Piero Cipolloneaprile 2007

Secondo le statistiche dell’OCSE, in Italia il tasso di abbandono delle università è pari a circa il 60 per cento, un valore doppio rispetto a quello prevalente nei paesi industrializzati. In questo lavoro si studiano le possibili cause: le condizioni familiari, il curriculum di studi e i voti conseguiti precedentemente all’iscrizione, le condizioni del mercato del lavoro di riferimento. L’analisi utilizza i dati di un’indagine Istat condotta nel 2001 su un campione di 23.000 persone, rappresentativo di coloro che conseguirono un diploma di scuola secondaria in Italia nel 1998.

I principali risultati del lavoro sono i seguenti.
• Il grado di istruzione dei genitori è una importante determinante del successo universitario e, nell’analisi statistica, domina tutte le altre misure disponibili delle condizioni socio-economiche familiari. A parità di altre condizioni, la presenza in famiglia di un padre laureato, piuttosto che con licenza di scuola media inferiore, aumenta la probabilità di iscrizione all’università, pari al 44% nella media del campione, di oltre 14 punti percentuali. Inoltre, riduce la probabilità di abbandono tra gli iscritti, in media pari al 22% a tre anni dall’iscrizione, di 14 punti percentuali.
• Il tipo di scuola secondaria frequentata ha un impatto molto forte sulla probabilità di non abbandonare l’università. Il fatto di aver frequentato un liceo, piuttosto che una scuola professionale, aumenta la probabilità di iscrizione all’università di oltre 60 punti percentuali e riduce quella di abbandono di oltre 50 punti percentuali. Poiché la scelta della scuola secondaria è fortemente influenzata dalle condizioni socioeconomiche della famiglia, queste ultime esercitano attraverso questo canale un ulteriore effetto sulla probabilità di successo all’università.
• Le differenze nel grado di istruzione dei genitori e nel tipo di scuola secondaria frequentata non sono sufficienti a spiegare il più elevato tasso di abbandono registrato in Italia rispetto ai principali paesi europei. Attribuendo, ad esempio, ai genitori dei diplomati italiani lo stesso grado di istruzione dei genitori francesi (circa tre anni d’istruzione in più) il divario nei tassi di abbandono tra i due paesi, attualmente pari a circa 20 punti percentuali, si riduce soltanto di circa 3 punti percentuali. Nel caso in cui il grado di istruzione dei genitori sembra contare di più, ovvero nel confronto con il Regno Unito, il divario tra i tassi di abbandono nei due paesi, pari a circa 40 punti percentuali, si riduce di circa 9 punti percentuali. Risultati simili si ottengono attribuendo ai diplomati italiani la composizione, per tipo di scuola secondaria frequentata, osservata nei principali paesi europei.

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