N. 623 - Misurazione della distribuzione del reddito nelle entità sopranazionali: il caso dell'Unione Europea

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di Andrea Brandoliniaprile 2007

Vi sono almeno due ragioni per interessarsi alla distribuzione dei redditi tra i cittadini dell'Unione europea (UE). La prima è che il suo grado di sperequazione è una misura della eterogeneità sociale e può fornire indicazioni importanti per la solidità del processo di integrazione europea. La seconda ragione è che il grado di disuguaglianza e il livello della povertà calcolati per l'UE nel suo complesso conferiscono un significato operativo alla nozione di "coesione sociale", il cui accrescimento è uno degli obiettivi fissati nel Consiglio europeo di Lisbona del 2000. La stima della disuguaglianza e della povertà in entità sovranazionali come l'UE è, tuttavia, operazione complessa. Vi sono sia questioni più strettamente metodologiche, come la definizione del tasso di conversione in un'unica unità di conto, sia aspetti che hanno implicazioni politiche, come la scelta se definire la linea di povertà su base nazionale o europea. Nel lavoro si confrontano i risultati ottenuti per l'UE, l'area dell'euro e gli Stati Uniti, valutando l'impatto di ipotesi alternative. Le stime per l'UE allargata a 25 paesi sono tra le prime effettuate sulla base di microdati concernenti il reddito personale. I risultati, relativi all'anno 2000, confermano che le differenze di reddito tra i paesi dell'UE a parità di potere d'acquisto (cioè tenendo conto del diverso costo della vita nei vari paesi) sono cospicue. Le nazioni dell'Europa continentale e settentrionale hanno i redditi mediani più elevati; sono seguite dai paesi dell'Europa meridionale e, con i redditi più bassi, dai paesi divenuti membri nel 2004 (Figura 1). L'80 per cento dei residenti nei nuovi paesi membri ha un livello di reddito che corrisponde a quello percepito dal 20 per cento più povero nei paesi dell'Europa centrale e settentrionale. Queste disparità, come ci si può attendere, influenzano significativamente le misure distributive calcolate per l'area nel suo complesso. L'indice di concentrazione di Gini dei redditi personali - una misura di disuguaglianza che varia tra 0, quando vi è perfetta uguaglianza, e 1, quando la disuguaglianza è massima - è di poco inferiore a 0,30 sia per l'area dell'euro sia per l'UE15 (il gruppo di 15 paesi che costituivano l'UE prima dell'allargamento), ma sale a 0,33 per l'UE comprensiva dei dieci paesi divenuti membri nel 2004. Per quanto significativo, l'aumento della disuguaglianza che si registra in concomitanza con l'allargamento è di dimensione comparabile alle variazioni che si sono storicamente registrate nei singoli paesi industrializzati negli ultimi decenni. Inoltre, anche dopo questo aumento, la disuguaglianza del reddito nell'UE rimane inferiore a quella negli Stati Uniti, il cui indice di Gini è pari a 0,37. Le differenze si concentrano nei redditi più elevati, assai più sperequati negli Stati Uniti. Per quanto riguarda la povertà, nell'area dell'euro e nell'UE15 la sua incidenza risulta leggermente superiore al 15 per cento se si utilizzano soglie nazionali, come fa l'Eurostat, e di poco superiore al 17 per cento quando si tratta l'intera area come un singolo paese e si adotta un'unica linea di povertà. Nell'UE allargata a 25 paesi l'incidenza della povertà rimane pari al 15 per cento se riferita alle soglie nazionali, mentre cresce al 23 per cento quando il riferimento è a un'unica soglia europea. In questo secondo caso, muta drasticamente la geografia della povertà: la quota di persone povere che vivono nei paesi dell'Europa orientale aumenta dal 14 al 50 per cento, mentre cala la quota dei residenti poveri nelle altre zone dell'UE, leggermente nei paesi meridionali e in maniera più consistente in quelli continentali e nordici. La quota dei poveri negli Stati Uniti, al loro interno più omogenei dell'UE, rimane intorno al 23 per cento sia con un'unica linea di povertà nazionale sia con una linea specifica per ogni stato. L'incidenza della povertà è quindi assai superiore negli Stati Uniti che nell'UE quando le linee di povertà sono relative ai singoli stati, mentre è simile quando la linea è unica in ciascuna delle due unioni.

Versione definitiva pubblicata nel 2007 in: S. P. Jenkins e J. Micklewright (eds.), Inequality and Poverty Re-examined, Oxford, Oxford University Press