N. 615 - Incertezza macroeconomica e scelte di investimento delle banche: il caso dell'Italia

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di Mario Quagliariellofebbraio 2007

Molte autorità di vigilanza e banche centrali conducono da tempo analisi di tipo macroprudenziale che consentono di valutare l’entità dei legami tra l’andamento dell’economia e la stabilità dei sistemi bancari.
Il presente lavoro analizza come il grado di incertezza circa la futura evoluzione dell’economia influenzi le scelte delle banche di investire le proprie risorse in crediti piuttosto che in attività prive di rischio.
Utilizzando un modello di portafoglio, si ipotizza che le banche allochino l’attivo sulla base delle informazioni circa il rendimento atteso degli impieghi; tale rendimento riflette sia fattori idiosincratici sia sistemici. Al crescere del grado di incertezza circa i valori futuri delle variabili macroeconomiche, le banche ricevono segnali meno precisi circa i rendimenti connessi con le diverse opportunità di investimento. In tali condizioni, esse tenderebbero a comportarsi in maniera simile (herding behaviour). Il modello consente quindi di stabilire un legame inverso tra l’incertezza macroeonomica e il grado di dispersione della quota di attivo che gli intermediari decidono di destinare agli impieghi.
I risultati dell’esercizio statistico, che analizza un campione di oltre 900 banche italiane nel periodo 1990-2004, confermano che l’incertezza sulle prospettive dell’economia (misurata dalla varianza condizionata del tasso di inflazione e del tasso di crescita della produzione industriale) riveste un ruolo rilevante nelle scelte di investimento delle banche.
Nei periodi caratterizzati da elevata incertezza, il coefficiente di variazione della quota di attivo investita in crediti alla clientela tende a ridursi, a conferma che gli intermediari attuano scelte di portafoglio simili. Questi risultati sono validi sia per l’intero sistema, sia per diverse categorie di banche e sono robusti rispetto all’utilizzo di misure alternative di incertezza macroeconomica.