N. 564 - Trasferimento di tecnologia e crescita economica nei Paesi in via di sviluppo: un'analisi econometrica

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di Valerio Crispolti e Daniela Marconinovembre 2005

L’analisi economica ha da tempo messo in rilievo come, anche in assenza di investimenti in attività di ricerca e sviluppo, i paesi in via di sviluppo possano beneficiare delle innovazioni introdotte nei paesi più avanzati attraverso le relazioni commerciali ed economiche.

Questo studio contribuisce alla letteratura empirica sul trasferimento di tecnologia, analizzando il ruolo delle importazioni di beni ca-pitali e degli investimenti diretti dall’estero (IDE) nel diffondere il progresso tecnologico dai paesi avanzati a quelli emergenti. In particolare vengono stimati econometricamente gli effetti di questi due canali di trasferimento tecnologico sui livelli di produttività nelle economie in via di sviluppo.

La verifica empirica è stata effettuata su un campione di 45 paesi nell’arco temporale compreso tra il 1980 e il 2000. Le importazioni di beni capitali sono state disaggregate in base alla provenienza geografica, ponderandole per lo stock di capitale accumulato tramite gli investimenti in ricerca e sviluppo dai paesi tecnologicamente più avanzati (Stati Uniti, Unione Europea e Giappone). Le consistenze e i flussi di IDE sono stati ponderati in maniera analoga.

Le stime di tipo panel hanno messo in luce l’esistenza di effetti positivi e statisticamente significativi sul livello della produttività totale dei fattori nei paesi in via di sviluppo, derivanti dall’esposizione a entrambi i canali considerati. Trova inoltre conferma l’ipotesi che la disponibilità di capitale umano accresce la capacità di un’economia di assorbire e diffondere al suo interno le tecnologie acquisite. Dalle stime emerge infatti che il grado di scolarizzazione delle forze di lavoro nei paesi in via di sviluppo interagisce positivamente con entrambi i canali, amplificando il loro impatto sui livelli di produttività.