N. 563 - Le strategie di prezzo delle imprese esportatrici italiane

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di Matteo Bugamelli e Roberto Tedeschinovembre 2005

Il lavoro esamina gli effetti della variazione del cambio sui prezzi di vendita delle esportazioni italiane nel periodo compreso tra il 1990 e il 1999 (exchange rate pass through, ERPT). I dati, di fonte OCSE, si riferiscono a tutti i mercati di esportazione, in media 70 ogni anno, e a circa 700 prodotti del settore manifatturiero.

I risultati delle stime econometriche mostrano che le politiche di prezzo seguite dalle imprese esportatrici italiane in risposta a variazioni del cambio sono state asimmetriche. A fronte di un apprezzamento del cambio, i prezzi espressi in lire dei beni esportati sono rimasti mediamente invariati (ERPT completo), segnalando che le imprese italiane non avrebbero difeso le quote di mercato attraverso una riduzione dei margini unitari di profitto. Nei casi di deprezzamento, le imprese hanno aumentato, in media, i prezzi in lire del 30 per cento della variazione del tasso di cambio (ERPT incompleto), rinunciando, almeno in parte, a espandere le quote. L’asimmetria equivale a una rigidità nominale dei prezzi verso il basso.

L’analisi ha inoltre rilevato una marcata eterogeneità nelle politiche di fissazione dei prezzi, a seconda dei prodotti e dei mercati di destinazione. I prezzi in lire delle esportazioni italiane si muovono più della media, per compensare le variazioni del tasso di cambio, quando dirette verso altri paesi industriali. Il risultato, che implica una riduzione dei profitti dopo un apprezzamento e un aumento dopo un deprezzamento, è la stabilizzazione del prezzo di vendita nella valuta dell’importatore e quindi della presenza dell’esportatore nel mercato di destinazione. La preferenza per la stabilizzazione delle quote di mercato nei paesi industriali è ancor più accentuata nei settori a tecnologia avanzata e in quelli in cui sono presenti forti economie di scala. Una possibile interpretazione è che in questi mercati le imprese sostengano costi non recuperabili per l’avvio dell’attività di esportazione molto elevati.

All’estremo opposto, i prezzi in lire dei beni esportati verso paesi non industrializzati e di quelli prodotti nei settori tradizionali e specializzati rimangono stabili al variare del cambio. In particolare, il lavoro mostra che un ERPT completo caratterizza soprattutto i settori dove dominano le imprese più piccole e meno efficienti. Tali imprese, che presumibilmente producono beni di qualità e quindi di prezzo inferiori, potrebbero esportare soltanto quando favorite da un cambio debole, determinando in questo modo una riduzione del prezzo medio delle esportazioni del settore.

Pubblicato nel 2007 in: Politica Economica, v. 23, 3, pp. 321-350

Testo della pubblicazione