N. 541 - L'introduzione dell'euro e le politiche di prezzo: analisi di un campione di dati individuali

Go to the english version Cerca nel sito

di Eugenio Gaiotti e Francesco Lippifebbraio 2005

Il lavoro costruisce e analizza un campione di dati relativi ai prezzi di 2.500 ristoranti e trattorie nel periodo 1998-2004, con l’obiettivo di esaminare se l’introduzione delle monete e banconote in euro (euro cash changeover) all’inizio del 2002 abbia modificato le modalità con cui vengono fissati i prezzi. L’indagine permette di far luce su due questioni. La prima riguarda l’andamento dei prezzi negli anni a cavallo del cash changeover. La seconda riguarda i meccanismi che possono aver influenzato la fissazione dei prezzi in questa fase.

Il campione si concentra su esercizi di buona notorietà, ma che non sono rappresentativi dell'intero settore. Per i prezzi di questi esercizi, emerge una costante tendenza a un aumento più sostenuto della media del settore; presumibilmente, questa caratteristica riflette il progressivo ampliarsi della domanda di ristorazione di qualità registrata negli anni recenti.

L’analisi indica che l'aumento dei prezzi dei locali inclusi nel campione è piuttosto elevato nell'intero arco di tempo considerato (1998-2004), dell'ordine del 40% in media. Tuttavia, gli aumenti sono in parte associati alla crescita della domanda e dei costi; essi sono attribuibili all'introduzione dell'euro solo in misura modesta, anche in considerazione della loro scansione temporale.

L’aumento dei prezzi registrato nei 12 mesi terminanti nell'estate 2002 è sostenuto, pari al 9 per cento, ma inferiore a quello registrato nell’anno precedente. L’analisi empirica indica che l’effetto sul livello dei prezzi della ristorazione di qualità attribuibile all’euro è valutabile approssimativamente in 3 o 4 punti percentuali (questa stima non può essere peraltro estesa all'intero settore o all'intera economia).

Il lavoro suggerisce che l'introduzione della nuova valuta può aver contribuito a richiamare l'attenzione sul cospicuo aumento dei listini cumulatosi su un arco di tempo di alcuni anni.

Si rilevano inoltre due caratteristiche degli aumenti dei prezzi nell’anno del cash changeover:

i) negli anni normali, un gran numero di locali (attorno al 50%) non rivede il proprio prezzo, probabilmente a causa della presenza di costi di aggiustamento. Al momento dell'introduzione dell'euro, invece, la percentuale di imprese che ha rivisto i listini è salita al 75 per cento; l'aumento medio dei prezzi riflette in gran parte questa maggiore frequenza di revisione, e non invece l'entità delle revisioni. Questo risultato è coerente con l'ipotesi che la nuova valuta abbia indotto quasi tutte le imprese a modificare i listini nel 2002. Ciò può spiegare perché l'effetto dell'introduzione dell'euro sia stato maggiore nel settore dei servizi, dove la frequenza di revisione dei prezzi è tradizionalmente bassa;

ii) la crescita dei prezzi risulta maggiore nei mercati provinciali dove è più scarsa la presenza di locali di qualità. Si propone una semplice interpretazione di quest'ultimo risultato, mostrando come la maggior difficoltà di confrontare i prezzi connessa all'introduzione dell'euro può aver aumentato temporaneamente il potere di fissazione del prezzo soprattutto nei settori caratterizzati da minore concorrenza. Questo risultato spiega perché, al momento del cash changeover, l'aumento dei prezzi sia più marcato nel nostro campione rispetto a quanto registrato per l'intero settore dall’indice diffuso dall’Istat.

Pubblicato nel 2004 in: Giornale degli economisti e annuali di economia, v.63, 3-4, pp. 491-526

Testo della pubblicazione