N. 531 - Asimmetria nella condotta delle politiche di bilancio, accumulazione del debito e trattato di Maastricht

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di Fabrizio Balassone e Maura Francesedicembre 2004

La reattività del disavanzo pubblico alle condizioni macroeconomiche e l’impatto delle regole di bilancio sono divenuti oggetto di crescente attenzione in seguito al processo di integrazione monetaria in Europa.
Con riferimento a un campione di paesi dell’OCSE, questo lavoro si propone di analizzare: a) se la politica di bilancio reagisca simmetricamente a condizioni cicliche favorevoli e sfavorevoli; b) in che misura eventuali asimmetrie nella conduzione delle politiche di bilancio abbiano contribuito all’accumulazione di debito pubblico; c) se le regole di bilancio dell’Unione monetaria abbiano modificato il grado di simmetria delle politiche di bilancio.
L’evidenza empirica disponibile su questi temi è scarsa e non fornisce risposte univoche; l’attenzione della letteratura si è generalmente concentrata, con poche eccezioni, sulla stima della reattività delle politiche di bilancio senza distinguere tra fasi recessive ed espansive.
La presenza di reazioni asimmetriche delle politiche di bilancio è rilevante per due ordini di motivi: da un lato essa non è coerente con strategie di politica economica finalizzate alla stabilizzazione ciclica, dall’altro può contribuire all’accumulazione di debito pubblico.
L’analisi empirica condotta in questo lavoro considera un quadro di determinazione delle politiche di bilancio che tiene conto sia degli obiettivi strutturali delle politiche economiche (in particolare per quanto riguarda il livello di lungo periodo del rapporto fra il debito e il prodotto) sia dei fattori ciclici. Vengono considerati sedici paesi (quelli dell’Unione europea, a eccezione del Lussemburgo, gli Stati Uniti e il Giappone); il periodo preso in esame varia dal 1969-2002 al 1977- 2002 a seconda della disponibilità dei dati per i diversi paesi. Quando in un paese il prodotto scende al di sotto di quello potenziale si considera quell’economia in una fase sfavorevole del ciclo; corrispondentemente, fasi cicliche favorevoli sono identificate da valori del prodotto superiori a quello potenziale.
I risultati dell’analisi mettono in evidenza che in media nel campione esaminato la politica di bilancio ha reagito asimmetricamente alle diverse fasi cicliche. Mentre un deterioramento ciclico è accompagnato da un peggioramento del disavanzo complessivo del settore delle Amministrazioni pubbliche, le espansioni non si accompagnano a un miglioramento del saldo.
L’ordine di grandezza della stima dell’elasticità del disavanzo rispetto al prodotto durante le fasi sfavorevoli è vicino al valore dell’elasticità automatica del bilancio stimato dai principali organismi internazionali. I risultati sembrano suggerire che durante le fasi sfavorevoli del ciclo le autorità che gestiscono la politica di bilancio lasciano operare liberamente gli stabilizzatori automatici, mentre durante le espansioni l’effetto degli stabilizzatori automatici è compensato da politiche discrezionali procicliche.
Secondo le elaborazioni effettuate, l’asimmetria delle politiche di bilancio ha contribuito significativamente al processo di accumulazione del debito. In media nel campione considerato l’incidenza del debito delle Amministrazioni pubbliche sul prodotto è cresciuta da circa il 34,5 per cento nel 1977 al 68,1 per cento nel 2000. In base alle stime circa un terzo di tale incremento è imputabile a reazioni asimmetriche delle politiche di bilancio.
I risultati suggeriscono inoltre che l’introduzione delle regole di bilancio europee non ha avuto impatto sulla reattività delle politiche di bilancio durante le diverse fasi cicliche. Le regole hanno tuttavia accresciuto la rilevanza del livello del debito nel determinare gli obiettivi di disavanzo.