N. 522 - Tecnologia e dinamica dei vantaggi comparati: un confronto fra quattro regioni italiane

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di Chiara Bentivogli e Fabio Quintilianiottobre 2004

Negli anni novanta i mercati mondiali sono stati segnati da una sostenuta crescita delle esportazioni nei comparti a contenuto tecnologico alto, caratterizzati da un elevato rapporto fra spesa in ricerca e sviluppo e valore aggiunto. L’Italia, specializzata in prodotti tradizionali, ha perduto quote di mercato. Fra il 1992 e il 2002 la quota delle esportazioni italiane sui mercati internazionali, valutata ai prezzi correnti, è scesa dal 4,8 al 3,9 per cento. Quasi la metà di tale perdita è attribuibile alla Lombardia.

Il lavoro esamina l’andamento delle esportazioni e la dinamica della specializzazione del commercio con l’estero di quattro regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Marche e Veneto), selezionate principalmente sulla base dell’importanza relativa delle loro esportazioni e della diffusione di distretti industriali, caratteristica che potrebbe conferire un vantaggio alle piccole imprese localizzate in quelle regioni, in termini di minori costi di accesso ai mercati esteri. Nel complesso, alle regioni considerate è riconducibile circa il 60 per cento delle esportazioni italiane.

L’analisi si concentra sul contenuto tecnologico delle specializzazioni regionali. La teoria moderna del commercio internazionale mostra che la struttura del commercio estero di una regione non è neutrale per la sua crescita di lungo periodo. Numerosi studi empirici evidenziano che le specializzazioni in attività con un alto grado di apprendimento tecnologico favoriscono tassi di crescita complessivi più elevati nel lungo periodo. Inoltre, la difficoltà di imitazione delle tecnologie più avanzate renderebbe i prodotti ad alto contenuto tecnologico meno elastici al prezzo, creando vantaggi di nicchia e rendendo meno volatili le fluttuazioni cicliche nei paesi specializzati in questi prodotti.

Il lavoro mostra che l’export delle quattro regioni considerate è relativamente più concentrato nei raggruppamenti di prodotti a bassa tecnologia. Lo scarto negativo fra le quote di esportazioni regionali e quelle mondiali dei prodotti ad alta tecnologia si è inoltre accentuato nell’ultimo decennio.

Nel complesso le quattro regioni detengono svantaggi comparati nei settori a maggiore crescita dell’export mondiale, con qualche vantaggio nei prodotti a crescita intermedia. Il Veneto e la Lombardia presentano vantaggi comparati in quasi tutti i settori a crescita più bassa. Nel decennio, la specializzazione complessiva nei primi dieci settori a maggior crescita mondiale aumenta per il Veneto, resta costante per le Marche e diminuisce per l’Emilia-Romagna; la Lombardia e la media italiana attenuano i propri svantaggi comparati.

In generale la dinamica dei vantaggi comparati delle quattro regioni è stata particolarmente sfavorevole. Solo il Veneto mostra uno spostamento apprezzabile dei vantaggi comparati dai prodotti a basso contenuto tecnologico alle categorie superiori, a fronte di un cambiamento di segno opposto per la Lombardia.

Sia l’Emilia-Romagna sia le Marche aumentano la propria despecializzazione nell’alta tecnologia e mostrano una mobilità dei vantaggi comparati solo fra i prodotti a contenuto tecnologico medio-basso e basso, l’Emilia-Romagna dal primo al secondo gruppo, le Marche in direzione opposta.

La scarsa capacità di adattamento alla struttura per prodotti della domanda mondiale è stata il fattore più rilevante nell’influenzare negativamente l’andamento dell’export delle quattro regioni, con l’eccezione del Veneto.

Pubblicato nel 2004 in:C. Conigliani (ED) Tra sviluppo e stagnazione: l'economia dell' Emilia Romagna, Bologna, il Mulino

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