N. 437 - L’utilizzo dei dati preliminari nella previsione econometrica: un’applicazione al modello trimestrale della Banca d’Italia

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di Fabio Busettidicembre 2001

Obiettivo di questo lavoro è misurare la rilevanza dell’impatto, sulla qualità delle previsioni elaborate con l’ausilio di modelli econometrici strutturali, delle revisioni normalmente effettuate dagli istituti di statistica e suggerire metodi per contenere l’ampliamento dell’errore di previsione dovuto all’impiego di dati preliminari.

Di regola, la distinzione tra dati provvisori e definitivi viene quasi interamente ignorata dagli utilizzatori di modelli econometrici. Le previsioni prodotte simulando un modello a partire da dati provvisori (indicate nel lavoro con il termine di previsioni naïve) possono, in determinate circostanze, essere facilmente migliorate.

Il lavoro propone due metodi semplici, anche se in generale sub-ottimali, per ridurre l’impatto della volatilità dei dati preliminari sulle previsioni econometriche. Il primo metodo consiste nel modificare le condizioni iniziali della previsione, combinando stime provvisorie e risultati di simulazione con pesi ricavati mediante semplici regressioni. Il secondo metodo si fonda sull’utilizzo di termini di correzione dell’intercetta delle equazioni stocastiche. In alcuni casi particolari (per esempio, quando il modello sia autoregressivo del primo ordine e l’errore nei dati provvisori sia white noise) i due approcci descritti sono equivalenti all’impiego di tecniche di estrazione ottimale del segnale, e consentirebbero quindi di ottenere previsioni efficienti.

L’applicazione empirica presentata nella seconda parte del lavoro prende in esame alcune serie della Contabilità nazionale trimestrale (PIL e sue principali componenti) pubblicate dall’Istat tra il 1988 e il 1998, secondo lo schema contabile SEC79. Tali serie sono normalmente soggette a revisioni per i tre anni successivi al loro primo rilascio; aggiustamenti a carattere straordinario sono stati talvolta apportati a seguito, per esempio, di cambiamenti dell’anno base o di modifiche delle definizioni degli aggregati contabili.

Il lavoro presenta una serie di esercizi di simulazione, realizzati con il modello econometrico trimestrale della Banca d’Italia, in cui si mostra che la qualità delle previsioni prodotte con il modello può risentire in misura non trascurabile dell’impiego di stime provvisorie. Si dimostra inoltre che l’applicazione degli accorgimenti correttivi proposti riporterebbe l’errore di previsione medio in prossimità di quello minimo teoricamente ottenibile qualora, nell’elaborare le previsioni, si potesse sempre disporre dei dati definitivi.

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