N. 418 - Ingredienti della nuova economia: quanto conta la finanza?

Go to the english version Cerca nel sito

di M. Bugamelli, P. Pagano, F. Paternò, A.F. Pozzolo, S. Rossi e F. Schivardiottobre 2001

Durante lo scorso decennio gli Stati Uniti hanno registrato un lunghissimo ciclo espansivo, in assenza di significative accelerazioni inflazionistiche. Nell’opinione di molti studiosi, la performance dell’economia statunitense si spiega con l’accelerazione della produttività conseguente alla diffusione delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione (information and communication technologies -ICT), che ha segnato la nascita di una new economy. I paesi europei non hanno condiviso l’esperienza americana, denunciando non soltanto una minore capacità di sviluppo nei settori che producono le nuove tecnologie, ma anche un ritardo nella loro diffusione presso gli altri comparti produttivi.

Il lavoro analizza le ragioni del ritardo europeo, concentrandosi in particolare sul ruolo dei fattori finanziari. L’analisi fa riferimento alla letteratura esistente e a una serie di studi prodotti nell’ambito di un progetto di ricerca del Servizio Studi della Banca d’Italia (“Technological Innovation, Productivity, Growth: Towards a New Economy?”).

Secondo studi basati su dati a livello di impresa, la new economy sarebbe caratterizzata dall’interazione tra le ICT, la riorganizzazione aziendale e la presenza di un adeguato livello di capitale umano. L’evidenza empirica attualmente disponibile per gli Stati Uniti mostra infatti che la crescita della produttività è stata maggiore dove questi fattori hanno interagito tra loro. Anche per l’Italia risulta che la mancata riorganizzazione delle imprese e la limitata disponibilità di capitale umano possono avere agito come barriere all'investimento nelle ICT.

Secondo altri studi, ulteriori vincoli allo sviluppo di una new economy in Europa deriverebbero dall’inadeguatezza del sistema finanziario. Gli Stati Uniti hanno infatti sviluppato strumenti finanziari innovativi, come il venture capital, per convogliare il risparmio verso i settori che producono le ICT. Tali strumenti hanno una diffusione limitata nel resto del mondo. Tuttavia in Europa i settori che producono ICT hanno un peso più limitato che negli Stati Uniti. Appare quindi rilevante valutare la capacità del sistema di finanziare gli investimenti nelle nuove tecnologie da parte delle imprese di settori tradizionali.

L’evidenza empirica disponibile mostra che gli investimenti in ICT non sono significativamente diversi dagli altri dal punto di vista del finanziatore. Eventuali problemi di finanziamento non possono pertanto essere circoscritti alla new economy, ma devono essere considerati in un quadro più ampio, soprattutto in connessione, per quel che riguarda l’Italia, con l’incapacità delle imprese di crescere e svilupparsi oltre una certa soglia.

Testo della pubblicazione