N. 417 - Risparmio delle famiglie e sicurezza sociale in Italia.Evidenza aggiornata sulla base dell’analisi di serie storiche.

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di Francesco Zollinoagosto 2001

Il lavoro esamina gli effetti sul risparmio delle famiglie italiane derivanti dalle recenti riforme del sistema pensionistico, attuate nel 1992 e nel 1995, per valutare in che misura queste abbiano contribuito alla prolungata fase di debolezza dei consumi privati nel corso degli anni novanta. Il lavoro analizza inoltre l’impatto sulla spesa delle famiglie dell’accresciuta opportunità di guadagni in conto capitale connessa alla diffusione della detenzione di azioni e quote di fondi comuni. Un ulteriore oggetto di indagine è il ruolo delle trasformazioni demografiche che caratterizzano il nostro paese, al pari delle principali economie occidentali.

In primo luogo, si mostra come la progressiva riduzione del saggio di risparmio intervenuta nel corso degli anni novanta secondo i dati della contabilità nazionale risulti quasi recuperata, tra il 1995 e il 1998, qualora si valutino in maniera appropriata la spesa per beni durevoli e la perdita di potere di acquisto delle attività finanziarie derivante dall’inflazione.

In secondo luogo, si stima in via preliminare che i guadagni in conto capitale delle famiglie italiane sarebbero dapprima caduti dal 39 al 4 per cento del reddito disponibile tra il 1989 e il 1994, per poi risalire intorno al 35 per cento nel 1998. Le plusvalenze sulle proprietà immobiliari si sarebbero sostanzialmente annullate nella seconda metà dello scorso decennio, dopo avere rappresentato la quasi totalità dei guadagni in conto capitale nel quinquennio precedente.

In terzo luogo, si propone una stima empirica della funzione di consumo sulla base dei dati aggregati desumibili dalla contabilità nazionale, che suggerisce le seguenti indicazioni:

  • a) le recenti correzioni restrittive della sicurezza sociale hanno contribuito a deprimere la spesa delle famiglie negli anni novanta; questo risultato è simmetrico alla precedente evidenza circa l’impatto positivo delle passate riforme espansive;

  • b) dall’inizio dello scorso decennio, il valore desiderato del rapporto tra ricchezza non pensionistica e reddito disponibile tende ad eccedere quello effettivo, diversamente dai due decenni precedenti (Fig. 1). Il risultato suggerisce che l’aggiustamento della spesa delle famiglie italiane potrebbe non essersi tuttora concluso, con un possibile proseguimento nell’immediato futuro della relativa debolezza dei consumi. La recente maggiore accumulazione di attività finanziarie e reali è stata presumibilmente finalizzata sia a compensare la riduzione effettiva nella ricchezza pensionistica conseguente alle riforme già attuate, sia a costituire riserve contro l’incertezza circa il futuro assetto del sistema previdenziale - tuttora soggetto a dibattito in merito a ulteriori misure correttive;

  • c) le trasformazioni demografiche della società italiana, nella ricerca misurate dall’aumento della quota di popolazione oltre i 65 anni e dal miglioramento delle aspettative di vita alla nascita, hanno un impatto significativo sull’aggiustamento della spesa delle famiglie; in particolare, l’invecchiamento della popolazione rivela un effetto espansivo;

  • d) i guadagni in conto capitale eserciterebbero un effetto trascurabile sulla domanda di consumo in Italia, probabilmente perché la loro accentuata volatilità ostacola una corretta valutazione, da parte delle famiglie, delle conseguenti variazioni nella rispettiva capacità di spesa.

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