N. 415 - Un’analisi della limitata incidenza delle azioni nel portafoglio delle famiglie.Una spiegazione basata sulla presenza di costi di transazione

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di Monica Paiellaagosto 2001

Nei paesi più avanzati, gli investimenti azionari delle famiglie sono in genere inferiori al livello previsto dalla teoria di selezione del portafoglio. Queste scelte sono state attribuite alla elevata rischiosità dei titoli azionari, alla insufficiente formazione di risparmio e agli elevati costi di informazione e partecipazione.

Il lavoro si concentra su quest’ultima spiegazione, con l’obiettivo di verificare se la scarsa propensione ad investire in titoli azionari possa essere giustificata sulla base dei costi di transazione.

Per identificare l’entità di tali costi si analizzano i guadagni che coloro che non investono nel mercato azionario otterrebbero nel caso in cui effettuassero investimenti in borsa. Se tali guadagni sono contenuti, in presenza di costi di transazione sufficientemente elevati, allora sarebbe ottimale per gli agenti non investire in titoli azionari. I guadagni dall’investimento rappresentano quindi il limite inferiore del valore dei costi coerente con la scelta di non acquisire azioni.
Tale costo minimo include sia gli esborsi monetari (ad esempio le commissioni di intermediazione, le imposte di bollo e registro e gli scarti bid-ask), sia i costi-opportunità derivanti dall’investimento in azioni (il tempo necessario per acquisire informazioni sui mercati finanziari e per gestire il proprio portafoglio).

Il lavoro, basato su dati relativi agli Stati Uniti, indica che il costo minimo per giustificare la scelta di non acquistare azioni è contenuto e stimabile nell’ordine di 70 dollari, corrispondente allo 0,3 per cento dei consumi familiari annui. Tale costo minimo si riduce al crescere del grado di avversione al rischio. Per i titoli di Stato, è pari a 31 dollari, risultando invece crescente al crescere del grado di avversione al rischio. Dall’analisi emerge inoltre che i guadagni dall’acquisto di attività finanziarie dipendono non solo dall’entità dei rendimenti dell’investimento in questione, ma anche dalla possibilità di smussare l’evoluzione dei consumi nel tempo (consumption smoothing).

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