N. 411 - Perche' il comportamento ciclico dei fondamentali non dipende dal regime di cambio?

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di Luca Dedola e Sylvain Leducagosto 2001

L’analisi economica ha posto in luce due regolarità empiriche relative all’effetto del regime del tasso di cambio sulle fluttuazioni cicliche nei principali paesi industrializzati: i) rispetto ai regimi di cambi fissi, i periodi di cambi fluttuanti sono caratterizzati da elevata volatilità del cambio reale; ii) la volatilità delle principali variabili macroeconomiche (PIL, consumi, investimenti, occupazione, esportazioni e importazioni) risulta invece simile nei due diversi regimi di cambio. Queste due regolarità emergono sia confrontando il regime di Bretton Woods e il periodo successivo, sia analizzando l’esperienza dei principali paesi europei prima e durante l’accordo europeo di cambio.


Il lavoro ha l’obiettivo di spiegare queste due regolarità empiriche. Viene sviluppato un modello dinamico di equilibrio economico generale a due paesi soggetti a disturbi di natura sia reale sia monetaria; questi ultimi producono effetti reali per la presenza di rigidità nominali. Un aspetto innovativo del modello, coerente con l’evidenza microeconomica, consiste nell’ipotesi che alcuni beni vengano scambiati su mercati segmentati internazionalmente.


Tale modello, calibrato con stime ottenute per i paesi del G 7, è in grado di replicare i menzionati fatti stilizzati. Nelle simulazioni effettuate, il regime di cambi flessibili è caratterizzato da una volatilità del tasso di cambio reale più che tripla rispetto a quella del PIL, mentre essa risulta trascurabile assumendo cambi fissi. La volatilità delle grandezze reali (prodotto, consumi, investimenti, saldo commerciale) resta sostanzialmente inalterata tra i due regimi.


Questi risultati dipendono principalmente dall’ipotesi di segmentazione internazionale dei mercati dei beni. Il potere di mercato consente alle imprese di praticare prezzi che riflettono le condizioni del mercato di sbocco, assorbendo nei margini di profitto le variazioni del cambio reale; le conseguenti deviazioni dalla “legge del prezzo unico” danno conto del limitato impatto del cambio reale sulle grandezze macroeconomiche. In assenza di segmentazione, l’elevata volatilità del tasso di cambio reale associata alla flessibilità del regime di cambio si accompagnerebbe invece a una altrettanto elevata volatilità del saldo commerciale, in linea con quanto previsto dall’approccio tradizionale à la Mundell-Fleming, incentrato sulla validità della legge del prezzo unico.

Pubblicato nel 2001 in: International Journal of Finance and Economics, v. 6, 4, pp. 401-419

Testo della pubblicazione