N. 399 -Reddito da lavoro e titoli rischiosi con mercati incompleti: alcuni risultati per l’Italia

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di Giuseppe Grande e Luigi Venturamarzo 2001

Ogni individuo è esposto a rischi che generalmente colpiscono solo alcune persone, come ad esempio la perdita del posto di lavoro o la malattia. Uno degli strumenti di cui dispone l’individuo per proteggere da tali rischi i propri livelli di consumo è l’accumulo di attività finanziarie. Diverse indagini sulle motivazioni dei risparmiatori confermano che, anche per la detenzione di titoli azionari, il movente precauzionale è molto rilevante.

Le attività finanziarie tuttavia, e in particolare le azioni, sono soggette a shock indotti dai rischi specifici dell’emittente (rischi idiosincratici). Anche in sistemi con mercati finanziari sviluppati, tali rischi sono solo in parte diversificabili, nel caso in cui il titolo non sia quotato o qualora la partecipazione degli investitori al mercato sia limitata. Pertanto, anche in presenza di condizioni macroeconomiche stabili, il possesso di attività ad alto rischio specifico come le azioni può esporre gli investitori a variazioni indesiderate della propria ricchezza finanziaria che a loro volta si riflettono sulle scelte di consumo.

In questo lavoro si valuta in primo luogo la capacità delle famiglie italiane di proteggere il consumo dai due principali rischi dell’attività di lavoro: la perdita dell’occupazione e la malattia. Si analizza poi se la diversificazione dei rischi finanziari sia incompleta, verificando se il possesso di azioni sia associato a una maggiore variabilità del consumo familiare.

L’analisi econometrica rivela che:

 

  •  come riscontratosi in precedenti studi relativi agli Stati Uniti, anche in Italia la perdita del posto di lavoro da parte di un componente della famiglia riduce significativamente il consumo familiare; risultati consolidati della letteratura sul risparmio precauzionale indicano che una riduzione dei rischi connessi con la perdita del lavoro potrebbe determinare un aumento della propensione al consumo delle famiglie e un contestuale incremento della quota di ricchezza investita in titoli affetti da rischi idiosincratici;
  •  a differenza degli Stati Uniti, in Italia i consumi delle famiglie non sembrano risentire significativamente della malattia dei familiari occupati (anche nel caso in cui la persona colpita sia un lavoratore autonomo); il risultato è probabilmente ascrivibile all’ampia copertura assicurata dal sistema sanitario pubblico e all’elevata tutela di cui beneficiano nel nostro paese i lavoratori in malattia; l pur tenendo conto dell’andamento ciclico dell’economia e del livello di ricchezza familiare, il possesso di azioni tende ad aumentare la variabilità del consumo familiare, segnalando che rischi peculiari dei singoli titoli azionari possono avere un impatto sul consumo delle famiglie detentrici.

I risultati di questa ricerca evidenziano che, anche in mercati sviluppati, solo un’attenta diversificazione del portafoglio può ridurre la probabilità che oscillazioni di singoli corsi azionari si ripercuotano sul tenore di vita del risparmiatore.

Pubblicato nel 2002 in: Journal of Banking and Finance, v. 26, 2-3, pp. 597-620