N. 370 - Forecasting Industrial Production in the Euro Area

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di G. Bodo, R. Golinelli e G. Parigimarzo 2000

Nel lavoro viene presentata una metodologia per la previsione di breve termine (1-2 mesi) dell’indice della produzione industriale per il complesso dell’area dell’euro. La metodologia rende disponibili stime tempestive della dinamica di un importante indicatore congiunturale, arricchendo così l’insieme di informazioni su cui si basano le decisioni di politica monetaria per l’area dell’euro. In particolare, con questo tipo di strumenti previsivi è possibile disporre di stime con un solo mese di ritardo rispetto a quello di riferimento (quindi con un mese di anticipo rispetto alla pubblicazione dell’indice provvisorio da parte dell’Eurostat).

Nell’attuale versione del lavoro si sono considerate diverse procedure alternative per la previsione dell’indice aggregato per l’area dell’euro:
a) modelli univariati di serie storiche sia a livello di singolo paese, sia a livello aggregato;
b) modelli VAR (vettoriali autoregressivi) multivariati con riferimento ai quattro principali paesi dell’area dell’euro (Germania, Francia, Italia e Spagna);
c) modelli VAR, con riferimento alle due aree aggregate: euro e Stati Uniti, con e senza indicatori congiunturali tratti dalle indagini qualitative della Commissione europea;
d) utilizzo di previsioni per singoli paesi, derivate da modelli basati su indicatori congiunturali, aggregate per ottenere l’indice dell’intera area dell’euro.

L’analisi riguarda il periodo 1985.1-1999.6 (1987.1-1997.12 per la stima). In una prima fase si presentano i risultati della stima di un modello univariato (arima) per il complesso dell’area dell’euro. Quest’analisi, che genera previsioni a breve termine (1-2 mesi) piuttosto affidabili, rappresenta un termine di confronto per le altre metodologie esplorate. Il ricorso a formulazioni di tipo VAR più complesse, ristrette ai soli quattro principali paesi dell’area (l’aggregato di questi paesi assomma a poco più dell’80 per cento della produzione dell’intera area dell’euro) non ha prodotto miglioramenti apprezzabili, soprattutto a causa del ridotto numero di gradi di libertà che queste procedure comportano. Se, tuttavia, si limita l’attenzione a un VAR bivariato, basato sull’indice di produzione degli USA e su quello dell’aggregato euro, si ottengono risultati nettamente migliori rispetto alla semplice formulazione arima. Quando anche l’indice del clima di fiducia delle imprese europee viene incluso tra le variabili a cui la previsione risulta condizionata, il miglioramento è ancora più netto.

Infine, in una terza fase si presentano le stime di modelli “nazionali”, dove gli indici di produzione dei vari paesi sono messi in relazione con svariati indicatori, fra cui variabili desunte dalle indagini qualitative della Commissione europea, indici di produzione di paesi esterni all’area dell’euro (Regno Unito e Stati Uniti) e altri indicatori specifici, come il consumo di energia elettrica (per la sola Italia). I risultati sono più soddisfacenti in alcuni casi – Italia e Francia - meno in altri – Germania e, soprattutto, Spagna.

Il confronto tra l’aggregazione delle previsioni “nazionali” e quelle calcolate secondo le procedure descritte in precedenza mette in luce per il periodo 1998.1-1999.6 una migliore capacità previsiva delle seconde, caratterizzate da un errore medio sensibilmente più basso.

Pubblicato nel 2000 in: Empirical Economics, v. 25, 4, pp. 541-561

Testo della pubblicazione