N. 362 - Markup and the Business Cycle: Evidence from Italian Manufacturing Branches

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di Domenico J. Marchettidicembre 1999

L’articolo propone un’analisi del markup nelle branche dell’industria manifatturiera italiana. Il markup è definito come il rapporto tra prezzo e costo marginale; quest’ultimo include, oltre al costo del lavoro, il costo imputabile all’uso del capitale e quello relativo al consumo di materie prime e beni intermedi. Un primo obiettivo del lavoro è quello di valutare quanto la forma di mercato prevalente nei singoli settori dell’industria italiana sia distante dalla tradizionale assunzione di concorrenza perfetta, che implica un markup unitario. Un secondo obiettivo è di studiare la relazione esistente tra il markup e il ciclo economico. Il livello di disaggregazione di questo studio corrisponde, con qualche eccezione, a quello della classificazione NACE a 44 branche; il periodo considerato è 1975-1995. Il costo marginale è approssimato a partire dalle variazioni osservate nella quantità dei fattori produttivi utilizzati (lavoro, capitale e beni intermedi) e dalle rispettive remunerazioni, e viene messo a confronto con le variazioni della produzione valutata ai prezzi di mercato.

Per quel che riguarda la misurazione del grado di concorrenza, il lavoro mostra che nella media del periodo considerato, e a seconda della procedura di stima utilizzata, il prezzo risulta superiore al costo marginale in otto o dieci settori su tredici. L’ipotesi di concorrenza perfetta è dunque rifiutata nella grande maggioranza dei settori. In generale, il potere di mercato delle imprese industriali mostra dimensioni apprezzabili, in linea con i valori riscontrati in altri paesi industrializzati da studi analoghi, con un valore medio del markup nell’intero comparto manifatturiero intorno a 1,16. Infine, i rendimenti di scala risultano costanti nella grande maggioranza dei settori (nove o undici branche su tredici, a seconda della procedura di stima).

Per quel che riguarda la relazione tra markup e ciclo economico, il lavoro si concentra sull’influenza della pressione della domanda sulle politiche di prezzo delle imprese. La pressione della domanda è misurata da tre diversi indicatori settoriali, tutti provenienti dalle inchieste congiunturali dell’ISAE presso le imprese manifatturiere: il livello degli ordini, le attese sull’andamento a breve termine degli ordini stessi e l’utilizzo della capacità produttiva. I risultati ottenuti con i vari indicatori e con due distinte procedure di stima, pur nella loro diversità, concordano nell’indicare una pronunciata differenziazione settoriale della relazione tra ciclo economico e markup. In particolare, a seconda del metodo di stima il markup risulta prociclico (aumenta quando la pressione della domanda si accresce) in due o cinque branche manifatturiere, e risulta invece anticiclico (si riduce all’aumentare della pressione della domanda) in due o tre branche. Nelle restanti branche il markup non mostra alcuna relazione sistematica con il ciclo. Questa marcata differenziazione settoriale dei risultati conferma che il markup e il suo andamento ciclico dipendono dalle caratteristiche di prodotto e di processo produttivo specifiche di ciascun mercato, che influenzano le politiche di prezzo e i comportamenti strategici delle imprese. Questo risultato contribuisce a spiegare le evidenze empiriche spesso contraddittorie, ottenute con dati aggregati, riportate nella letteratura. Una ulteriore analisi delle determinanti del markup ha mostrato che, come previsto dalla teoria economica, il suo livello medio è correlato negativamente con la “pressione competitiva” settoriale, sia di origine interna (misurata inversamente dal grado di concentrazione interna del settore) che estera (misurata dal grado di esposizione al commercio estero). Inoltre, nei settori più concentrati emerge un andamento anticiclico del rapporto tra prezzo e costo marginale, come suggerito da alcuni recenti modelli di comportamenti collusivi tra imprese oligopolistiche.

Pubblicato nel 2002 in: Open Economies Review, v. 13, 1, pp. 87-103

Testo della pubblicazione