Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - aprile 2013, n. 24Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Tra l’8 e il 29 aprile 2013 si sono svolte le interviste della rilevazione relativa al primo trimestre del 2013, cui hanno partecipato 1.397 agenzie immobiliari, fornendo informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (gennaio-marzo 2013) nonché sulle prospettive del settore.

I principali risultati

Prezzi delle abitazioni

La quota di agenti immobiliari che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi di vendita nel trimestre  di riferimento (il primo del 2013) rispetto al periodo precedente è ulteriormente cresciuta, all’83,1 per cento dal 79,3 nell’indagine di gennaio. L’intensificarsi delle valutazioni al ribasso è stato particolarmente accentuato nel Nord. L’incidenza di coloro che hanno indicato un aumento delle quotazioni si conferma trascurabile (0,5 per cento).

Compravendite

La quota di agenzie che nel trimestre invernale hanno venduto almeno un immobile è rimasta invariata, al 64,4 per cento; alla flessione nelle regioni del Nord Ovest, del Sud e delle Isole si è contrapposto un aumento registrato in quelle del Centro e del Nord Est.

Incarichi a vendere

Nel primo trimestre del 2013 il saldo tra risposte di aumento e diminuzione delle giacenze degli incarichi a vendere è calato di un punto percentuale rispetto alla precedente rilevazione, a 36,7 punti percentuali; la riduzione è stata concentrata al Sud e nelle Isole. Anche il saldo tra le risposte di aumento e diminuzione delle acquisizioni di nuovi incarichi è lievemente sceso, a 25,7 punti percentuali da 26,5 nel sondaggio precedente.

In merito alle ragioni di ritiro o mancato rinnovo degli incarichi a vendere è diminuita nuovamente, per il quarto trimestre consecutivo, la percentuale di operatori che riportano difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei potenziali acquirenti (51,1 per cento, contro 55,4 nell’inchiesta precedente e 63,8 in quella di aprile 2012). Restano tra i motivi prevalenti anche l’assenza di proposte a causa di prezzi percepiti come troppo elevati e offerte ritenute troppo basse dal venditore (segnalati rispettivamente dal 63,5 e dal 50,2 per cento degli agenti).

Trattative e tempi di vendita

Nel primo trimestre del 2013 il margine di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali è lievemente sceso al 15,6 per cento (dal 16,0 nel quarto trimestre del 2012), interrompendo una fase di graduale rialzo. Restano stabili i tempi che intercorrono in media tra il conferimento dell’incarico e quello della vendita effettiva dell’immobile, pari a 8,6 mesi.

Modalità di finanziamento degli acquisti

Nel primo trimestre del 2013 la quota di acquisti di abitazioni effettuati con accensione di un mutuo ipotecario si è stabilizzata sui livelli dell’ultimo trimestre del 2012 (al 56,1 per cento): la flessione segnata nel Nord Est, al Sud e nelle Isole è stata controbilanciata da una tendenza opposta nellealtre aree geografiche. Rispetto all’inchie sta di aprile 2012, la percentu ale di acquisti finanziati con accensione del mutuo ha registrato una diminuzione di 4,3 punti percentuali. Il rapporto tra l’ammontare del prestito sottoscritto e il valore dell’immobile è calato per il terzo trimestre consecutivo, al 56,1 per cento (dal 57,8 nel sondaggio precedente), segnando un nuovo minimo dall’avvio dell’indagine nel quarto trimestre 2008. La flessione rispetto al trimestre autunnale del 2012 è stata partic olarmente marcata nel Nord Est (5,6 punti percentuali) e al Sud e nelle Isole (7,3 punti) ; il rapporto è rimasto pressoché stabile nel Nord Ovest ed è aumentato al Centro.

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

In aprile il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli sulle tendenze a breve termine del mercato di riferimento, sebbene ancora ampiamente negativo, ha mostrato un notevole miglioramento rispetto alla rilevazione di gennaio, collocandosi a –31,5 punti percentuali contro –42,8 in connessione con la forte riduzione dell’incidenza dei giudizi negativi (di poco più di 10 punti percentuali, al 39,2 per cento). È tornato a diminuire il saldo relativo alle attese sui nuovi incarichi a vendere, ora a 13,0 punti percentuali, da 20,2 nella precedente rilevazione, principalmente per effetto della diminuzione (per 8 punti percentuali) della quota di agenzie che prefigurano un aumento del flusso degli incarichi. Le aspettative sull’andamento dei prezzi nel breve termine restano orientate al ribasso, anche se la quota di operatori che ne anticipa una flessione congiunturale è lievemente scesa al  70,7 per cento (da 72,2) e quella che segnala stazionarietà è salita al 28,8 (dal 27 per cento nella precedente rilevazione).

Le prospettive del mercato nazionale

Le attese circa gli andamenti a breve termine del mercato nazionale, pur rimanendo ampiamente orientate al pessimismo, hanno segnato un parziale recupero: il saldo percentuale tra indicazioni di miglioramento e di peggioramento si è portato a –48,4 punti percentuali da –57,4 nella precedente indagine riflettendo sia la riduzione della percentuale delle risposte negative sia  l’aumento della quota di quelle positive. Sugli orizzonti più distanti (prossimi due anni), il saldo tra attese di miglioramento e peggioramento resta lievemente positivo (2,3 punti percentuali) pur se in diminuzione rispetto alla rilevazione di gennaio (6,8 punti). Il deterioramento delle attese ha interessato tutte le aree geografiche ad eccezione del Centro; solo nel Nord Est il saldo dei giudizi continua a collocarsi su livelli negativi (–7,8 punti percentuali).

Locazioni

Tra gli agenti che hanno locato al meno un immobile nel trimestre (79,8 per cento del totale), due terzi hanno indicato un calo congiunturale dei canoni di locazione nel primo trimestre del 2013 (contro il 58,6 nella rilevazione di gennaio); resta molto bassa la percentuale di coloro che ne hanno riportato un aumento (2,7 per cento). Il 57,0 per cento degli operatori si attende canoni di affitto stabili nel trimestre primaverile rispetto al periodo precedente, il 41,1 ne prefigura una nuova riduzione (era il 35,4 a gennaio).

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