Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - gennaio 2013, n. 11Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Tra il 7 e il 28 gennaio 2013 si sono svolte le interviste della rilevazione relativa al quarto trimestre del 2012, cui hanno partecipato 1.515 agenzie immobiliari, fornendo informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (ottobre-dicembre 2012) nonché sulle prospettive del settore. In questa edizione sono state per la prima volta inserite alcune domande volte a indagare gli andamenti del mercato delle locazioni.

I principali risultati

Prezzi delle abitazioni

Nel quarto trimestre del 2012 i prezzi delle abitazioni hanno segnato un calo congiunturale secondo il 79,3 per cento degli agenti immobiliari (74,8 per cento nel sondaggio precedente); si conferma trascurabile la quota che ne indicaun aumento. La maggiore incidenza delle indicazioni di riduzione è stata comune a tutte le macroaree, con l’eccezione del Nord Est dove è rimasta stabile.

Compravendite

La quota di agenti che dichiarano di aver venduto almeno un immobile si è attestata al 64,4 per cento; nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, che non risente della forte stagionalità che caratterizza l’attività nei mesi estivi, si riscontra una flessione di 8 punti percentuali, contro il calo di 10 punti nella rilevazione dello scorso ottobre.

Incarichi a vendere

Nello scorcio del 2012 il saldo tra risposte di aumento e diminuzione delle giacenze degli incarichi a vendere è stato pari a 37,7 punti percentuali, in rialzo di circa 10 punti sempre su base annua. Vi ha plausibilmente contribuito l’aumento del saldo dei nuovi incarichi (26,5 punti percentuali, da 10,3 nello stesso periodo del 2011) che potrebbe essere associato, come indicato dagli agenti nelle due scorse rilevazioni, agli effetti dell’inasprimento dell’imposta sulla proprietà. L’aumento dei nuovi incarichi appare concentrato al Sud e nelle Isole, mentre si mostra meno  accentuato nel Nord Ovest.

Tra le cause di cessazione degli incarichi a vendere, trova conferma la maggiore rilevanza della mancanza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati (segnalata dal 63,6 per cento degli agenti); è pressoché stabile (intorno al 49 per cento) la quota di chi riporta proposte di acquisto a prezzi valutati troppo bassi dal venditore. Per il terzo trimestre consecutivo diminuisce, pur rimanendo su livelli elevati, la quota di operatori che segnalano, fra le determinanti dell’estinzione degli incarichi a vendere, la difficoltà di reperire un mutuo da parte dei potenziali acquirenti (a 55,4 da 57,9 per cento). Aumenta leggermente il peso sia del protrarsi del periodo che intercorre tra il conferimento dell’incarico e l’effettiva transazione dell’immobile (a 24,8 da 22,6 per cento) sia delle attese, da parte dei venditori, di prezzi più elevati nel futuro (a 23,9 da 21,9 per cento).

Trattative e tempi di vendita

Nel quarto trimestre del 2012 raggiunge il 16 per cento lo sconto medio ottenuto dall’acquirente sul prezzo iniziale dell’immobile (15,4 per cento nella precedente segnalazione), mentre il tempo medio impiegato per le trattative di vendita si attesta su 8,5 mesi (da 8,2).

Modalità di finanziamento degli acquisti

Gli agenti segnalano che la quota di acquirenti che sceglie di contrarre un mutuo per l’acquisto dell’abitazione si è ridotta ulteriormente sia su base congiunturale (di circa 3 punti e mezzo, a 56,2 da 59,6 per cento) sia su base annuale (di 7 punti e mezzo). Diminuisce per il secondo trimestre consecutivo il rapporto tra l’ammontare del prestito sottoscritto e il valore dell’immobile (a 57,8 per cento da 60,6 nella segnalazione di ottobre), raggiungendo il valore minimo riscontrato dall’avvio dell’indagine nel primo trimestre del 2009.

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

Le aspettative a breve termine si confermano orientate al pessimismo. Si è acuito il saldo negativo tra le attese circa le condizioni del mercato di riferimento (–42,8 da –41,6 del precedente sondaggio), riflettendo l’aumento delle risposte negative e di quelle di stazionarietà. L’aumento dei nuovi incarichi si accompagna alle attese di un nuovo calo dei prezzi da parte del 72,2 per cento delle agenzie, mentre la quota di coloro che prefigurano un aumento si mantiene trascurabile. Le indicazioni di un ribasso dei prezzi nel breve termine sono più diffuse nel Sud e nelle Isole e, in generale, nelle aree urbane.

Le prospettive del mercato nazionale

Torna a peggiorare il saldo percentuale sulle attese circa gli andamenti del mercato nazionale, raggiungendo i –57,4 punti percentuali dopo il parziale recupero del periodo luglio-settembre. Il deterioramento del saldo è interamente attribuibile all’aumento della quota di agenti che esprimono valutazioni sfavorevoli, mentre rimane stabile, su livelli molto bassi, quella di chi riporta indicazioni favorevoli. Il pessimismo sulle tendenze a breve del mercato nazionale è più accentuato nel Nord Est. Sull’orizzonte di medio periodo (due anni) le attese tornano a segnalare un modesto ottimismo, per la prima volta dal terzo trimestre del 2010: per il complesso del Paese aumenta sensibilmente la quota di operatori che si a ttende condizioni più favorevoli (a 37,8 da 27,5 nella segnalazione precedente), contro una diminuzione della percentuale di quelli che riportano giudizi negativi (a 31,0 da 38,9). Il saldo torna quindi positivo per la prima volta dall’estate del 2010. L’ottimismo appare più diffuso al Sud e nelle Isole, mentre nel Nord Est il saldo rimane negativo.

Locazioni

Fra gli agenti operanti nel settore, più della metà ha indicato un calo congiunturale dei canoni di affitto nell’ultimo trimestre del 2012 (58,1 per cento), contro una percentuale di appena sopra il 2 per cento che ne ha riportato un aumento. Tra gli agenti che hanno locato almeno un immobile nel trimestre di riferimento (78,8 per cento del totale) prevalgono nel breve periodo indicazioni di stabilità dei canoni (61,6 per cento, contro percentuali del 2,9 e del 35,4 per cento che indicano, rispettivamente, un aumento e una riduzione).

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