Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - ottobre 2012, n. 59Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Tra il primo ottobre e il 22 ottobre 2012 si sono svolte le interviste della rilevazione relativa al terzo trimestre del 2012, cui hanno partecipato 1.565 agenti, fornendo informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (luglio-settembre 2012) nonché sulle prospettive del settore.

I principali risultati

Prezzi delle abitazioni

Nel terzo trimestre del 2012 la quota di agenti che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi rispetto al periodo precedente è rimasta pressoché stabile al 74,8 per cento; la tendenza al ribasso si è accentuata nel Nord Est (79,3 per cento, contro il 72,2 di luglio), mentre si è attenuata nel Nord Ovest e al Centro. La percentuale di agenti che nel terzo trimestre hanno riportato un aumento delle quotazioni si conferma trascurabile.

Compravendite

La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile è scesa al 55,7 per cento, segnando una riduzione di 7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (quasi 10 rispetto a quello corrispondente dell’anno precedente). La flessione è stata pressoché omogenea per ripartizione geografica e per dimensione della popolazione residente.

Incarichi a vendere

Il saldo tra risposte di aumento e di diminuzione rispetto al periodo precedente delle giacenze di incarichi a vendere ha continuato a crescere nell’estate, attestandosi al 42,2 per cento (contro il 40,8 del sondaggio di luglio); l’incremento ha riguardato il Nord Ovest e il Centro, è stato più pronunciato nelle aree non urbane. Vi ha plausibilmente contribuito la maggiore difficoltà a evadere i mandati conferiti in passato. Il saldo tra i giudizi di aumento e quelli di diminuzione delle nuove acquisizioni di incarichi si è ridotto rispetto all’inchiesta precedente (di poco più di due punti percentuali, al 27,1 per cento).

In merito alle cause prevalenti di cessazione degli incarichi, è rimasta stabile la quota di agenzie che segnalano l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati (circa il 64 per cento del totale), mentre è aumentata quella di 6 operatori che indicano proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (al 49,9 per cento dal 48,4 di luglio). Si è ridotta la percentuale di agenti che segnalano un tempo troppo lungo trascorso dal conferimento dell’incarico (al 22,6 per cento dal 24,5), attese di prezzi più favorevoli (al 21,9 per cento dal 22,9) e difficoltà nel reperimento del mutuo da parte dei potenziali acquirenti (al 57,9 per cento, dal 61,0).

Trattative e tempi di vendita

Nel terzo trimestre del 2012 il margine di sconto medio dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali è risultato invariato rispetto a luglio, al 15,4 per cento (ma era pari al 12,5 per cento un anno prima). Anche il tempo medio di vendita è rimasto invariato a 8,2 mesi (un mese in più rispetto a un anno prima); si conferma maggiore di due mesi nelle aree non urbane rispetto a quelle urbane (9 e 7 mesi circa, rispettivamente).

Modalità di finanziamento degli acquisti

La percentuale di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo è scesa al 59,6 per cento, dal 64,7 registrato nella precedente indagine (era pari a 67,1 un anno prima). La riduzione, comune a tutte le aree geografiche, è risultata più accentuata nelle aree non urbane (di quasi 10 punti percentuali rispetto a luglio).

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

In ottobre il saldo percentuale tra giudizi favorevoli e sfavorevoli sulle attese a breve termine, dopo il forte peggioramento nel sondaggio di luglio, ha mostrato un recupero, pur su valori ampiamente negativi (-41,6 punti percentuali contro -53,5); solo il 7,4 per cento degli operatori ha riportato attese favorevoli, a fronte del 49,0 che ha espresso giudizi negativi. Il saldo positivo relativo alle attese dei nuovi incarichi a vendere è aumentato a 18,6 punti percentuali, da 10,2 nella precedente rilevazione. Le previsioni sull’andamento dei prezzi nel breve termine sono risultate sostanzialmente invariate sui livelli assai negativi di luglio: il 70,6 per cento degli operatori si attende una flessione (era 71,2), mentre rimane trascurabile la quota di coloro che ne prefigurano un incremento. L’attesa di un calo dei prezzi è più accentuata nelle aree non urbane e nel Nord Est.

Rispetto alla precedente rilevazione è aumentata la percentuale delle agenzie che ravvisa nei recenti provvedimenti di tassazione della proprietà immobiliare un’ulteriore causa di debolezza della compravendite (78,0 per cento, da 75,6 di luglio) e dei prezzi (all’81,0 per cento dal 77,0); si è invece ridotta quella di coloro che vi riscontrano uno stimolo agli incarichi a vendere (al 60,4 per cento, dal 63). È aumentata la quota di operatori secondo cui l’inasprimento fiscale avrebbe contribuito ad accrescere il numero delle locazioni e degli incarichi a locare (al 56,1 per cento dal 51,4 di luglio); il 39,6 per cento (40,4 in luglio) ha segnalato effetti negativi sui canoni, contro il 23 per cento che ne ha invece riportato un sostegno.

Le prospettive del mercato nazionale

Le attese a breve sul mercato nazionale hanno mostrato un recupero, dopo il deciso peggioramento riscontrato nell’indagine di luglio, su valori dei saldi che rimangono comunque negativi. Il saldo percentuale fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre corrente si è portato a -53,7 punti (-62,2 in luglio), con una attenuazione più apprezzabile al Centro e nelle aree urbane. Il quadro appare meno sfavorevole sugli orizzonti più distanti (prossimi due anni): il saldo negativo tra le attese di miglioramento e di peggioramento si è quasi dimezzato rispetto all’inchiesta precedente, attestandosi a -11,4 punti percentuali (era -22).

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