Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia - ottobre 2011, n. 55Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Tra il 27 settembre e il 19 ottobre 2011 si sono svolte le interviste dell’edizione relativa al secondo trimestre del 2011, cui hanno partecipato 1.524 agenti, fornendo informazioni sull’attività di compravendita e sui prezzi nel trimestre di riferimento (luglio-settembre 2011), nonché sulle prospettive del settore.

I principali risultati

Prezzi delle abitazioni

Nel terzo trimestre del 2011 la quota di agenti che hanno segnalato una diminuzione dei prezzi è cresciuta al 51,2 per cento dal 46,8 della precedente indagine, a fronte di un’ulteriore riduzione dell’incidenza di coloro che hanno indicato un aumento delle quotazioni (da 1,3 a 0,9). Ne è derivato un nuovo peggioramento del saldo negativo tra le percentuali di risposte “in aumento” e “in diminuzione” (−50,3 punti contro −45,5 nel secondo trimestre dell’anno), più pronunciato nel Mezzogiorno.

Compravendite

La quota di agenzie che nei mesi estivi hanno venduto almeno un immobile si è ridotta al 65,5 dal 69,3 per cento nel periodo precedente; tale flessione è stata osservata su tutto il territorio nazionale.

Incarichi a vendere

Nel terzo trimestre del 2011 il saldo tra risposte di aumento e di diminuzione rispetto al periodo precedente delle giacenze di incarichi a vendere è salito a 27,4 punti percentuali (era il 23,2 nella rilevazione di luglio). L’aumento riflette principalmente la crescita della percentuale di operatori che giudicano in aumento il numero di incarichi ancora da evadere, a fronte di una diminuzione di coloro che ne indicano una stazionarietà. Circa l’andamento dei nuovi incarichi, il saldo tra le quote di agenzie che segnalano un aumento rispetto al secondo trimestre dell’anno e di quelle che ne riportano una diminuzione è aumentato a 15,1 punti percentuali (da 12,1), in connessione soprattutto con gli andamenti osservati nelle aree non urbane.

In merito alle cause prevalenti di cessazione degli incarichi, rimane assai ampia (intorno a due terzi) la quota di agenzie che segnalano l’assenza di proposte di acquisto a causa di prezzi percepiti come troppo elevati. Sono aumentate le quote di operatori che indicano anche proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore (54,5 per cento dei casi contro il 52,0 rilevato in luglio), difficoltà nel reperimento del mutuo (55,3 per cento contro 51,9) e attese di prezzo più favorevoli (22,3 per cento contro 21,9).

Trattative e tempi di vendita

Nel terzo trimestre del 2011 il margine di sconto dei prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali si è lievemente ampliato, al 12,5 per cento (12,1 nella precedente indagine); il rialzo si è concentrato nelle aree urbane (al 12,3 per cento, dall’11,3). Si conferma appena superiore ai 7 mesi il tempo medio di completamento dell’incarico.

Modalità di finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti di abitazioni effettuata con accensione di un mutuo ipotecario sarebbe scesa di oltre 5 punti percentuali rispetto alla scorsa indagine, al 67,1 per cento (da 72,6). Il calo avrebbe riguardato soprattutto le aree non urbane.

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

Il saldo tra giudizi “favorevoli” e “sfavorevoli” sulle attese a breve circa le condizioni del mercato di riferimento è rimasto largamente negativo, collocandosi a −22,3 punti percentuali (da −22,5 punti nella rilevazione precedente). All’aumento del saldo positivo circa le attese dei nuovi incarichi a vendere (a 16,6 punti percentuali, contro 3,9 nella scorsa rilevazione) si è contrapposta l’accentuazione di quello negativo circa le attese sui prezzi (−49,0 punti, contro −41,1).

Le prospettive del mercato nazionale

La quota di agenti che riportano un peggioramento delle prospettive a breve del mercato nazionale è aumentata al 43,1 per cento (dal 34,8 della rilevazione precedente). Il divario negativo fra giudizi favorevoli e sfavorevoli si è pertanto ampliato, portandosi a −36,3 punti percentuali, da −27,8 in luglio. Per la prima volta dall’avvio della rilevazione nel 2009 è divenuto negativo il saldo tra le attese di miglioramento e peggioramento del mercato nazionale per i prossimi due anni (per 3,5 punti percentuali, a fronte di un saldo positivo di 18,3 punti nella rilevazione precedente); vi ha plausibilmente influito il diffuso pessimismo circa il quadro economico generale.

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