In un contesto caratterizzato da una contrazione dell’attività economica e da condizioni finanziarie instabili, indotte dalla crisi finanziaria e del debito sovrano, anche il 2012 è stato un anno impegnativo per la conduzione della politica monetaria. Tuttavia, la credibilità della politica monetaria della BCE è rimasta elevata, come riflesso dal costante solido ancoraggio delle aspettative di inflazione a medio-lungo termine, in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di preservare l’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio periodo.
Nel 2012 nell’area dell’euro l’attività economica in termini reali si è ridotta, principalmente a causa della debolezza degli investimenti e dei consumi privati. Questo andamento rispecchia il basso livello del clima di fiducia sulla situazione economica, l’accresciuta incertezza e il processo di aggiustamento dei bilanci in atto nei settori finanziario e non finanziario, unitamente all’elevata disoccupazione, all’orientamento più restrittivo delle politiche di bilancio e alla moderata domanda esterna.
Nonostante il contesto macroeconomico sfavorevole, nel 2012 l’inflazione sui dodici mesi ha continuato a registrare valori elevati, pur con una flessione nel corso dell’anno. Il livello dell’inflazione ha riflesso in gran parte i forti rincari dell’energia e gli incrementi delle imposte indirette e dei prezzi amministrati in alcuni paesi dell’area dell’euro. In media, l’inflazione si è collocata al 2,5 per cento nel 2012, dopo il 2,7 dell’anno precedente. Il ritmo dell’espansione monetaria di fondo è stato moderato per tutto il 2012. Tenuto conto dell’attenuazione delle pressioni inflazionistiche sull’orizzonte temporale rilevante per la politica monetaria in relazione al concretizzarsi di rischi al ribasso per la crescita economica, nel luglio 2012 il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tassi di interesse di riferimento della BCE. […]