N. 318 - Quote del lavoro, dei profitti e delle rendite immobiliari nel PIL italiano: tendenze a lungo termine e sviluppi recenti

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di Roberto Torrinimarzo 2016

La quota del lavoro è cresciuta nella prima metà degli anni 70, si è progressivamente ridotta ai livelli degli anni 60 nel 2001, per poi tornare a crescere da allora. Tra il 1975 e il 2001, il calo della quota del lavoro è stata in parte dovuto al recupero dei profitti e in parte a un costante incremento della quota delle rendite immobiliari sul PIL, al 13% dal 5% nel 1975. Al netto di queste, la quota dei profitti è scesa a un minimo storico durante la grande recessione. Nel settore privato al netto del settore immobiliare, il recupero della quota del lavoro, amplificata dalla recente recessione, è evidente nel manifatturiero e in settori diversi da quelli regolati (energia, trasporti, comunicazioni, e finanza), dove le privatizzazioni e i cambiamenti nella regolamentazione hanno provocato una sensibile caduta della quota del lavoro nella seconda metà degli anni 90. Il lavoro cerca di spiegare l’inversione di tendenza della quota del lavoro come risultato di una compressione dei mark-ups sui costi marginali e con la difficoltà delle imprese italiane di essere ripagate per i loro sforzi innovativi in un ambiente più competitivo.

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