N. 261 - Le caratteristiche principali dell'internazionalizzazione delle imprese italiane

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di Leandro D'Aurizio e Riccardo Cristadoromarzo 2015

Il lavoro esamina le caratteristiche delle imprese multinazionali italiane e ne confronta la performance con quella delle altre imprese nei quattro anni successivi alla crisi del 2008. La quota di imprese industriali con almeno 20 addetti che operano anche all’estero è in crescita (dal 7,1 al 13,2 per cento tra 2006 e 2011). Gli insediamenti esteri sono motivati in prevalenza dalla prossimità ai mercati di sbocco. Pure nel caso dei paesi emergenti, che ne accolgono quasi la metà, il minor costo del lavoro assume importanza maggiore ma non prevalente. Le imprese internazionalizzate sono più produttive e profittevoli, anche rispetto alle imprese esportatrici. Il differenziale di produttività stimato (circa il 15 per cento rispetto a quante esportano) è in linea con l’evidenza mostrata per gli Stati Uniti da Helpman et al. 2004. Dal 2008 le imprese internazionalizzate hanno conseguito utili superiori alla media e parimenti migliori sono i loro piani futuri di investimento in Italia e di espansione all’estero. Nell’opinione delle imprese, il contributo delle istituzioni pubbliche poste a supporto dei processi di internazionalizzazione è insufficiente.

Pubblicato nel 2015 in: Politica economica - Journal of Economic Policy, 31, 3, pp. 315-354

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