N. 252 - Shock deflattivi e disancoraggio delle aspettative di inflazione

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di Fabio Busetti, Giuseppe Ferrero, Andrea Gerali, Alberto Locarnodicembre 2014

Periodi prolungati di bassa inflazione, in particolare in una situazione in cui i tassi di interesse di politica monetaria sono prossimi a zero, possono accrescere il rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione dall’obiettivo della banca centrale.

In questo lavoro si analizzano gli effetti sugli andamenti macroeconomici e sulle aspettative di inflazione di una sequenza di shock deflattivi, simili a quelli che hanno colpito l’economia dell’area dell’euro nel biennio 2013-14, in un modello in cui gli agenti economici hanno informazione incompleta e formano le loro aspettative sulla base di un processo di apprendimento (‘learning’) in cui i valori attesi delle variabili sono stimati sulla base di semplici regressioni.

Nell’ambito di un modello neo-keynesiano di piccole dimensioni stimato su dati aggregati dell’area dell’euro, si confrontano gli andamenti macroeconomici che si otterrebbero sotto l’ipotesi di learning rispetto al caso benchmark di aspettative razionali.

I risultati principali del lavoro sono i seguenti:

  • nell’ipotesi di learning la dinamica dei prezzi al consumo sarebbe più contenuta nel confronto con il caso di aspettative razionali, in media dello 0,6 per cento nel biennio 2015-16, per via degli effetti sulle aspettative di inflazione dei ripetuti shock deflattivi osservati nei trimestri precedenti
  • il meccanismo di formazione delle aspettative ipotizzato, che dà peso crescente agli errori commessi nei periodi più recenti, implicherebbe un disancoraggio delle attese di inflazione dall’obiettivo della BCE, che verrebbe percepito ridursi gradualmente, allo 0,8 per cento a fine 2016
  • l’andamento dell’attività economica sarebbe più debole nell’ipotesi di learning, coerentemente con aspettative meno favorevoli sull’output gap.

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