Il lavoro analizza le tendenze del mercato del credito al consumo durante la crisi usando i dati, di fonte CRIF, relativi alle domande di prestiti personali e finalizzati e ai contratti stipulati tra il 2007 e il 2013 in Italia (55 e 37 milioni rispettivamente). L’analisi mostra che il forte ridimensionamento dei consumi di beni durevoli si è associato a un calo della domanda di finanziamenti, con l’eccezione di quella per contratti di piccolo importo (<1000 euro). Questi ultimi sono più diffusi tra la clientela più giovane, la cui rilevanza è di conseguenza aumentata. Banche e società finanziarie hanno assecondato la tendenza allo spostamento verso prestiti di ammontare contenuto e contratti con bassa rata mensile (<100 euro). L’importo medio del prestito si è inoltre ridotto in misura maggiore per le banche, la cui attività è divenuta più simile a quella delle società finanziarie. I finanziamenti di ammontare medio-alto hanno riguardato un numero di persone molto più contenuto; la durata di questi prestiti si è inoltre allungata per ridurre la rata. Gli indicatori di rischiosità sono migliorati.
N. 234 - Il credito al consumo durante la crisi: evidenze dai contratti
Testo della pubblicazione
- N. 234 - Il credito al consumo durante la crisi: evidenze dai contratti pdf 581.6 KB Data pubblicazione: 16 settembre 2014