Eccessiva complessità regolamentare e inefficienze dell'azione amministrativa incidono negativamente su tempi e costi di avvio dell'attività d'impresa, riducendo il grado di competitività di un paese. Dagli inizi degli anni novanta l'Italia, al pari degli altri paesi occidentali, ha adottato numerose riforme tese a rendere più efficiente la pubblica amministrazione e a limitare gli oneri burocratici.
I risultati ottenuti sono stati scarsi. Nel 2010 il legislatore è intervenuto nuovamente introducendo la Segnalazione certificata di inizio attività e adottando il nuovo regolamento sullo Sportello unico per le attività produttive.
Questo lavoro fornisce una prima valutazione della capacità dei due interventi normativi di incidere su tempi e costi di avvio. Si evidenzia che la loro efficacia viene limitata dalla presenza di una regolamentazione complessa e da disfunzioni che permangono nella fase di controllo.
Per consentire risultati più rilevanti nella riduzione di tempi e costi di avvio dell'attività d'impresa, l'introduzione di tecniche di semplificazione amministrativa andrebbe associata a interventi di revisione dei regimi autorizzativi, a una razionalizzazione della regolazione e a una riorganizzazione delle strutture amministrative.