Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2015, n. 36Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dall'1 al 19 giugno 2015 si sono svolte le interviste dell'indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1.003 imprese con almeno 50 addetti, di cui 387 dell’industria in senso stretto, 417 dei servizi e 199 del settore delle costruzioni.

I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In giugno le attese a sei mesi sull’inflazione al consumo sono state riviste marginalmente al rialzo (allo 0,3 per cento dallo 0,2 nella rilevazione di marzo), mentre quelle a uno e due anni sono rimaste stabili (allo 0,5 e allo 0,8 per cento, rispettivamente). Per contro, nell’orizzonte compreso fra tre e cinque anni le aspettative sono state corrette lievemente al ribasso, all’1,0 per cento dall’1,2 nell’inchiesta precedente.

Le imprese segnalano che i propri prezzi di vendita sono diminuiti dello 0,2 per cento rispetto a un anno prima (erano rimasti invariati in marzo); i listini sono diminuiti sia nell’industria in senso stretto sia, in misura più contenuta, nei servizi. I prezzi di vendita riprenderebbero a crescere moderatamente in entrambi i comparti nei prossimi dodici mesi: nel complesso le aziende indicano attese di adeguamenti al rialzo (0,7 per cento) appena superiori a quanto prefigurato nell’indagine di marzo (0,6 per cento).

Per la prima volta dal marzo del 2012 la domanda viene indicata dagli intervistati come fattore che esercita un impulso positivo, sia pur lieve, sull’evoluzione dei futuri prezzi di vendita. Si confermano le pressioni al rialzo provenienti dalle variazioni del costo delle materie prime e del costo del lavoro, mentre le politiche di prezzo dei concorrenti restano il principale fattore frenante.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

I giudizi sulla situazione economica generale rispetto al trimestre precedente si confermano su livelli positivi, pur in lieve diminuzione dopo il miglioramento particolarmente accentuato riscontrato nella scorsa rilevazione: il saldo percentuale tra le valutazioni più favorevoli e quelle più sfavorevoli è pari a 15,8 punti percentuali (da 18,6 in marzo e -23,1 nello scorso dicembre); è aumentata la frazione di imprese che hanno espresso giudizi di stabilità (da due terzi a poco meno dei tre quarti del campione). Anche la probabilità media attribuita al miglioramento del quadro economico congiunturale nei prossimi tre mesi segnala una sostanziale stabilizzazione su livelli positivi.

Evoluzione della domanda

È sensibilmente aumentato il saldo tra la quota delle imprese che ha segnalato un aumento della domanda di propri prodotti nell’ultimo trimestre (11,5 per cento a fronte dell’1,0 nella rilevazione precedente): la dinamica ha riflesso sia l’incremento delle imprese che hanno registrato un miglioramento, sia la diminuzione di quelle che indicano un peggioramento. L'andamento si è rilevato particolarmente favorevole tra le aziende dell’industria in senso stretto e quelle operanti nel Sud e nelle Isole. Le aspettative a breve termine si sono consolidate sul terreno positivo, con un saldo tra i giudizi positivi e negativi che si attesta su valori percentuali di poco più contenuti rispetto al mese di marzo (17,3 dal 21,2 per cento). Si registra inoltre un aumento della quota di aziende che si attende una sostanziale invarianza.

La medesima dinamica favorevole ha caratterizzato i giudizi sulle condizioni della domanda estera: sia quella corrente sia quella attesa nei prossimi tre mesi sono segnalate in aumento, anche se con intensità inferiori a quelle registrate nella scorsa indagine.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le aziende continuano a essere improntate a un cauto ottimismo, pur in presenza di giudizi di stabilità largamente prevalenti (78,9 per cento da 71,6 in marzo). Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento, diventato positivo nella rilevazione di marzo, è rimasto sostanzialmente stabile (a 5,4 da 4,9 punti): il rialzo registrato nelle valutazioni delle imprese di servizi ha compensato il calo nella manifattura. L’attività economica beneficerebbe del contributo positivo della variazione della domanda e dei prezzi e della dinamica del tasso di cambio euro-dollaro, entrambi fattori segnalati in rafforzamento, sia pur marginale; si conferma sugli stessi livelli di marzo il freno rappresentato dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici.

La quota di operatori che segnala una diminuzione del livello di attività ritenuto "normale" negli ultimi due anni, è salita dal 37,6 al 39,5 per cento, ma rimane ben al di sotto dei valori del dicembre 2014; di contro, il 26,0 per cento ne segnala un aumento, mentre circa il 27 per cento lo ritiene immutato.

Condizioni per l’investimento

Le valutazioni delle imprese sulle condizioni per investire si confermano favorevoli, pur con un’intensità inferiore a quella registrata nel trimestre precedente: il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è sceso all’8,7 per cento dal 14,5, rimanendo tuttavia sui valori più elevati dal 2006; l’andamento è pressoché analogo nella manifattura e nei servizi.

La quota degli operatori che si attende un rialzo della spesa nominale in investimenti nel primo semestre del 2015 rispetto alla seconda metà del 2014 supera di 11 punti percentuali quella delle imprese che prefigurano una flessione (dal 5,5 rilevato nell’indagine precedente): il miglioramento riflette principalmente l’andamento nel comparto manifatturiero e fra le imprese medio-grandi (con più di 200 addetti); per quasi il 60 per cento delle aziende la spesa nominale in investimenti si confermerebbe invariata rispetto a quella effettuata nella seconda metà del 2014.

Per il complesso del 2015 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione degli investimenti è sceso al 14,1 per cento (dal 16,4 della scorsa rilevazione), principalmente per effetto della netta correzione al ribasso dei programmi di investimento nel terziario; poco meno della metà delle imprese prevede una spesa in investimenti totali costante rispetto al 2014 (contro 45,4 del sondaggio precedente.

Il 43,9 per cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica, in flessione rispetto al 47,1 per cento rilevato in marzo; la quota di imprese che si attende un solido miglioramento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi è rimasta stabile al 46,4 per cento.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

È proseguita la tendenza al miglioramento delle condizioni di accesso al credito in atto da dicembre 2012. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra la quota di aziende che segnala un più agevole accesso rispetto al trimestre precedente e quella che indica maggiori difficoltà è risultato positivo per la seconda volta dall’introduzione della domanda nell’inchiesta nel settembre 2008, salendo a 7,8 punti percentuali (da 4,7). In particolare, l’allentamento dei criteri di accesso al credito viene segnalato dal 14,4 per cento delle imprese (12,3 in marzo), mentre il 6,6 ne rileva un inasprimento (contro il 7,6 nel trimestre precedente); il miglioramento è stato più deciso nella manifattura e ha interessato tutte le aree geografiche (per la prima volta anche tra le imprese del Sud e delle Isole). Sulle più favorevoli condizioni di finanziamento sembrano aver inciso anche le più recenti misure di politica monetaria adottate dalla BCE, il cui impatto è valutato come positivo soprattutto dalle imprese di grande dimensione; nel complesso il 37,0 per cento delle aziende ha indicato nel più agevole accesso al credito il loro fattore di impulso principale, mentre il 40,6 si è espresso per il miglioramento della fiducia.

Anche le attese sulla posizione di liquidità nel breve termine sono lievemente migliorate: la percentuale degli operatori che ritiene che la posizione sarà insufficiente nei prossimi tre mesi è sostanzialmente costante (al 15,6 per cento), mentre la quota di coloro che la reputano più che sufficiente è cresciuta al 22,2 per cento (dal 21,6).

Dinamica dell'occupazione

Migliorano lievemente le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine: la quota di imprese che stima una crescita del numero di addetti nel prossimo trimestre è aumentata al 19,1 per cento (dal 18,2 in dicembre); quella delle aziende che ne prefigura una riduzione è salita al 14,9 (da 14,4), mentre circa i due terzi degli operatori si attendono una sostanziale invarianza.

Le imprese di costruzione

In giugno si consolida il modesto ottimismo delle imprese di costruzione riguardo la situazione economica generale, già manifestato nel trimestre precedente: il saldo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento è rimasto positivo, a 2,1 punti percentuali, (dal 3,0 di marzo; era -34,9 in dicembre); è rimasta sostanzialmente stazionaria, al 12,8 per cento, anche la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi, dopo essere quasi raddoppiata nella scorsa rilevazione.

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori sono risultati in media appena meno favorevoli rispetto allo scorso trimestre: lo scarto tra le risposte di aumento e quelle di riduzione si è collocato a 2,2 punti percentuali (da 3,4 in marzo). Il saldo positivo sulle prospettive della domanda a breve termine è rimasto positivo, ma si è pressoché dimezzato (a 9,4 punti percentuali da 17,5).

Anche le attese sul contesto operativo delle imprese di costruzione sono rimaste stabili dopo il miglioramento rilevato nell’inchiesta di marzo: il saldo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi si è attestato a -2,0 punti percentuali, come nella scorsa rilevazione. Oltre all’incertezza imputabile a fattori economici e politici, elementi frenanti – sebbene in misura contenuta – sarebbero sia l’andamento del prezzo del petrolio, sia quello del tasso di cambio euro-dollaro; impulsi positivi deriverebbero soprattutto dalla domanda di lavori, nuovi e già avviati, e da un miglioramento dei criteri di accesso al credito.

Le aspettative a tre anni sono rimaste positive, pur in misura più contenuta rispetto alla scorsa inchiesta: il divario tra le aziende che anticipano un miglioramento e quelle che prefigurano un peggioramento è sceso da 60,0 punti percentuali a 49,1 (36,3 nello scorso dicembre), principalmente per effetto della riduzione della quota di coloro che si attendono un miglioramento.

Il 59,4 per cento delle imprese intervistate ha riscontrato una riduzione del livello "normale" di attività nell’ultimo biennio, una quota in aumento rispetto a quella segnalata in marzo; è diminuita, di contro, la percentuale di operatori che ha osservato un aumento (11,7 per cento, da 15,8).

L’andamento dei giudizi sulle condizioni per investire ricalca quello osservato per le imprese manifatturiere e dei servizi: nell’ultimo trimestre il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento rimane in territorio positivo, attestandosi a 2,1 punti percentuali (da 7,3). È divenuto positivo il saldo tra la quota delle imprese che prevedono un aumento della spesa nominale in investimenti fissi tra il primo semestre del 2015 e la seconda metà del 2014 (2,7, da -4,5 per cento in marzo); per il complesso del 2015 rispetto al 2014, tale saldo passa al -1,2 percento (dal -8,0), riflettendo soprattutto il miglioramento per le imprese prevalentemente orientate all’edilizia residenziale.

La quota di operatori che segnala di aver superato negli ultimi mesi la fase più difficile della congiuntura è stabile al 35,8 per cento, mentre la percentuale delle imprese che si attende un robusto miglioramento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è scesa al 44,0 per cento, dopo essere decisamente salita in marzo (a 48,4 per cento da 29,2 in dicembre).

Le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi risultano caratterizzate da un maggiore pessimismo rispetto alla scorsa rilevazione: il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione si è ampliato (-24,3 punti percentuali da -14,1 rilevato in marzo).

I giudizi sulle condizioni di accesso al credito sono migliorati: il saldo è passato da -4,7 a -1,7 per cento, anche in connessione con l’impatto delle recenti misure di politica monetaria adottate dalla BCE: tra le imprese di costruzione che ne hanno rilevato un effetto significativo, più della metà ha ritenuto che il fattore su cui le misure hanno esercitato il loro maggiore impatto è stato l’allentamento delle condizioni di finanziamento.

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