Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2015, n. 18Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 2 al 19 marzo 2015 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia–Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1.043 imprese con almeno 50 addetti, di cui 407 dell’industria in senso stretto, 418 dei servizi e 218 del settore delle costruzioni.

I principali risultati per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In marzo le aspettative sull’inflazione al consumo a sei mesi sono state riviste al ribasso (allo 0,2 per cento dallo 0,4 dell’inchiesta di dicembre), mentre quelle a un anno sono rimaste invariate (allo 0,5 per cento). Per contro, le attese sugli orizzonti più distanti sono state corrette al rialzo, allo 0,8 (da 0,7) per quelle a due anni e all’1,2 per quelle fino a cinque anni.

Le imprese in media segnalano che negli ultimi dodici mesi i propri prezzi di vendita sono rimasti stabili (contro una flessione dello 0,3 per cento rilevata in dicembre); in particolare, le aziende dell’industria in senso stretto hanno indicato una variazione appena positiva dei propri listini, mentre è proseguito il lieve calo dei prezzi delle imprese dei servizi. Nei prossimi dodici mesi i listini segnerebbero un’accelerazione in entrambi i comparti, in media dello 0,6 per cento (da 0,2 rilevato tre mesi fa). Tra i fattori che contribuirebbero all’andamento dei prezzi di vendita futuri, sarebbe venuto meno il freno derivante dalla debolezza della domanda, mentre l’impulso positivo proveniente dalla variazione del costo delle materie prime sarebbe più accentuato rispetto a tre mesi fa.

Valutazioni sulla situazione economica generale dell’Italia

Sono fortemente migliorati i giudizi sulla situazione economica generale rispetto al trimestre precedente: il saldo percentuale tra le valutazioni più favorevoli e quelle più sfavorevoli è salito a 18,6 punti (da -23,1 rilevato in dicembre); tuttavia, circa due terzi delle imprese hanno continuato ad esprimere valutazioni di stabilità. Anche la probabilità media attribuita al miglioramento del quadro economico generale nei prossimi tre mesi è cresciuta, di oltre sei punti percentuali rispetto alla scorsa inchiesta, al 18,2 per cento.

Evoluzione della domanda

La quota di imprese che ha registrato un aumento della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre (20,5 per cento) è tornata a prevalere, seppur lievemente, sulla percentuale di aziende che ha rilevato una diminuzione (19,5); il saldo percentuale in dicembre era di -5,8. Le aspettative a breve termine sono nettamente migliorate (il saldo è aumentato a 21,2 punti percentuali, da 2,1 di dicembre, riflettendo andamenti particolarmente favorevoli soprattutto nel Sud e nelle Isole.

Anche i giudizi sull’andamento della domanda estera, corrente e attesa, si confermano più favorevoli. Il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento negli ultimi tre mesi è salito a 16,9 punti percentuali (da 12,6 dell’indagine precedente) pur non recuperando i livelli rilevati nel giugno 2014. Lo scarto fra giudizi di aumento e diminuzione sulla domanda attesa è cresciuto a 37,1 punti (da 25,8).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni economiche in cui operano le aziende sono improntate a un cauto ottimismo, pur continuando a prevalere giudizi di stabilità (71,6 per cento da 75,8 in dicembre); il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento è tornato positivo (a 4,9 punti da -6,8), riflettendo soprattutto le valutazioni delle aziende industriali. Si intensificherebbe l’influenza positiva sull’attività economica della variazione della domanda e dei prezzi, cui si aggiungerebbero gli stimoli derivanti dalle condizioni del credito e dell’andamento del tasso di cambio euro-dollaro. Si attenuerebbe il freno dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici.

Rispetto alla precedente rilevazione, anche le previsioni a tre anni sono state riviste al rialzo: lo scarto tra risposte di miglioramento e di peggioramento si è attestato a 55,2 punti percentuali (da 41,7).

La quota di operatori che segnala una diminuzione del livello di attività ritenuto "normale" negli ultimi due anni è scesa al 37,6 dal 44,2 per cento in dicembre e dal 42,0 in settembre 2014, quando la domanda è stata inclusa per la prima volta; il 23,9 ne segnala un aumento (contro il 22,7 e il 24,4 in dicembre e settembre, rispettivamente) mentre il 29,7per cento lo ritiene invariato (era il 26,5 per cento in dicembre).

Condizioni per l’investimento

Le aziende hanno fornito opinioni più favorevoli sulle condizioni per investire rispetto allo scorso trimestre: il saldo tra i giudizi di miglioramento e di peggioramento è tornato in territorio positivo, a 14,5 punti percentuali (da -15,0 in dicembre), riflettendo significativi miglioramenti in entrambi i comparti dell’industria in senso stretto e dei servizi.

Nel primo semestre del 2015 la spesa nominale in investimenti si confermerebbe invariata rispetto a quella effettuata nella seconda metà del 2014 per il 50,1 per cento delle aziende intervistate (48,9 in dicembre); la frazione degli operatori che si attende un rialzo della spesa supera di 5,5 punti percentuali la quota delle imprese che prefigura una flessione (da 3,2 rilevato nell’indagine precedente). In riferimento alla componente della spesa al netto delle costruzioni, il saldo percentuale si è per contro ridotto, confermandosi in territorio negativo (-2,4 punti percentuali da -0,7 in dicembre), riflettendo andamenti sfavorevoli in particolare nell’industria in senso stretto; la quota di operatori che prevede una stabilità è comunque salita (a 60,2 per cento, da 57,9).

Per il complesso del 2015 lo scarto percentuale tra le attese di aumento e di riduzione degli investimenti è salito a 16,4 per cento (da 3,6), riflettendo soprattutto una marcata correzione al rialzo dei piani di investimento nel settore terziario; il 45,4 per cento delle imprese prevede una spesa in investimenti totali costante rispetto al 2014 (contro 48,2 del sondaggio precedente). Le prospettive relative alla componente al netto delle costruzioni si confermano meno positive rispetto a quelle sull’accumulazione totale: la percentuale di aziende che prefigura una stabilizzazione è in lieve flessione (57,3 per cento); il saldo percentuale tra le risposte di aumento e di diminuzione è pari a 7,3 punti (da 0,2 in dicembre).

Il 47,1 per cento degli operatori dichiara di aver superato nei mesi scorsi la fase più difficile della congiuntura economica; questa quota è in rialzo rispetto al 33,5 per cento rilevato in dicembre. È aumentata anche la quota di imprese che si attende un solido miglioramento dei ritmi produttivi nei prossimi mesi (al 46,3 per cento dal 35,5).

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Continua la tendenza al miglioramento delle condizioni di accesso al credito in atto da dicembre 2012. Nell’ultimo trimestre il saldo percentuale tra la quota di aziende che segnala un più agevole accesso rispetto al trimestre precedente e quella che indica maggiori difficoltà si è attestato a 4,7 punti percentuali (da -2,4), diventando positivo per la prima volta da quando è stata introdotta la domanda (primo trimestre del 2008). In particolare, le condizioni di accesso al credito vengono indicate in miglioramento dal 12,3 per cento delle imprese (10,1 in dicembre) e in peggioramento dal 7,6 per cento (contro il 12,5 di dicembre); aumenta tuttavia la percentuale di coloro che le ritengono invariate (80,1 per cento, da 77,4 nella rilevazione precedente).

Anche le attese sulla posizione di liquidità nel breve termine sono migliorate: la percentuale degli operatori che ritiene che la posizione sarà insufficiente nei prossimi tre mesi è scesa al 15,5 per cento (dal 19,9 censito in dicembre), così come la quota di coloro che la reputano più che sufficiente è cresciuta al 21,6 per cento (dal 18,5). I giudizi continuano a risultare relativamente più favorevoli per le imprese di maggiori dimensioni.

Dinamica dell’occupazione

Migliorano le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine: la quota di imprese che stima una crescita del numero di addetti nel prossimo trimestre è aumentata al 18,2 per cento (dall’11,8 in dicembre); quella delle aziende che ne prefigura una riduzione è calata al 14,4 (da 19,9. Resta tuttavia elevata la percentuale di operatori che si attende una dinamica invariata (67,4 per cento, da 68,3).

Le imprese di costruzione

In marzo è aumentato nettamente l’ottimismo delle imprese di costruzione circa la situazione economica generale: il saldo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento è tornato positivo, a 3,0 punti percentuali (da -34,9 dell’inchiesta di dicembre); la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi è quasi raddoppiata (13,6 per cento).

I giudizi sulla dinamica della domanda dei propri lavori sono risultati in media più favorevoli rispetto allo scorso trimestre: lo scarto tra le risposte di aumento e quelle di riduzione si è collocato a 3,4 punti percentuali (da -13,0 in dicembre). Il saldo positivo sulle prospettive della domanda a breve termine è tornato ad ampliarsi (a 17,5 punti percentuali, da 2,9).

Le attese sul contesto operativo delle imprese di costruzione sono migliorate rispetto all’inchiesta di dicembre: il saldo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi si è infatti attestato a -2,0 punti percentuali (da -18,3 nella scorsa rilevazione). L’incertezza imputabile a fattori economici e politici costituirebbe l’unico ostacolo all’attività economica delle aziende, seppure in attenuazione rispetto a dicembre; impulsi positivi deriverebbero soprattutto dalla domanda di lavori, nuovi e già avviati, ma anche dalla dinamica dei propri prezzi, dall’andamento del tasso di cambio e dalla variazione delle condizioni del credito. Le aspettative a tre anni sono nettamente migliorate rispetto alla scorsa inchiesta: il divario tra le aziende che anticipano un miglioramento e quelle che prefigurano un peggioramento è salito a 60,0 punti percentuali (da 36,3).

Il 54,7 per cento delle imprese intervistate ha segnalato una riduzione del livello "normale" di attività nell’ultimo biennio, una quota pressoché invariata rispetto a quella rilevata in dicembre; è lievemente aumentata per contro la percentuale di operatori che ha osservato un aumento (15,8 per cento, da 14,2).

Anche nel comparto delle costruzioni i giudizi sulle condizioni per investire nell’ultimo trimestre sono diventati più favorevoli rispetto a quanto rilevato in dicembre: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è attestato a 7,3 punti percentuali (da -22,9). Circa la metà delle imprese prefigura una stabilizzazione della spesa per investimenti sia nel primo semestre del 2015 rispetto alla seconda metà del 2014 sia nel complesso del 2015 rispetto al 2014, una quota in modesto calo rispetto a dicembre. Per il semestre in corso la quota di aziende che segnala una riduzione dell’accumulazione prevale su quella che ne prefigura un aumento, seppure in misura meno marcata rispetto alla scorsa indagine; per contro, per il complesso dell’anno il saldo percentuale è tornato positivo, a 2,2 punti percentuali (da -8,3 in dicembre).

La quota di operatori che segnala di aver superato negli ultimi mesi la fase più difficile della congiuntura è cresciuta al 35,8 per cento (da 24,2 in dicembre), così come la percentuale delle imprese che si attende un robusto miglioramento dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è salita al 48,4 per cento (dal 29,2).

Le attese sull’andamento dell’occupazione nei prossimi mesi si confermano orientate al pessimismo; il divario negativo tra le risposte di aumento e di diminuzione si è tuttavia attenuato (-14,1 punti percentuali da -20,3 rilevato in dicembre.

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