Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - settembre 2014, n. 52Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 1 al 22 settembre 2014 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 1.032 imprese con almeno 50 addetti, di cui 397 dell’industria in senso stretto, 406 dei servizi e 229 del settore delle costruzioni.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e variazione dei prezzi di vendita delle imprese

In settembre le attese sull’inflazione al consumo sono state riviste al ribasso rispetto alla rilevazione di giugno, di circa mezzo punto percentuale in tutti gli orizzonti. Le aspettative a sei mesi si collocano ora a 0,3 per cento (da 0,7), mentre quelle a uno e due anni sono pari a 0,4 e 0,6 per cento, rispettivamente da 0,9 e 1,0 per cento); le attese in un orizzonte temporale più lungo (fra i tre e i cinque anni), censite per la prima volta in marzo, sono scese allo 0,8 per cento (dall’1,2 nelle due precedenti rilevazioni).

Le imprese segnalano che i propri prezzi di vendita sono diminuiti dello 0,2 per cento rispetto a un anno prima (erano rimasti invariati in giugno); nei prossimi dodici mesi i listini riprenderebbero a crescere in misura contenuta (0,7 per cento, come nella rilevazione precedente). I principali fattori che contribuirebbero alla moderazione dei rincari si confermano la debolezza della domanda e le politiche di prezzo dei concorrenti, mentre l’influenza delle pressioni provenienti dal costo del lavoro e dai corsi delle materie prime rimarrebbe modesta.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Si è ampliato il saldo negativo tra giudizi di miglioramento e peggioramento circa la situazione economica generale (a -28,7 punti percentuali, da -0,5 in giugno); rimangono tuttavia prevalenti le valutazioni di stabilità (62,7 punti percentuali, da 67,9). La probabilità media attribuita al miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi è calata all’11,9 dal 16,1 per cento.

Evoluzione della domanda

Sono peggiorati i giudizi delle imprese relativi alla domanda attuale e prospettica. Il saldo fra valutazioni di aumento e diminuzione della domanda dei propri prodotti nell’ultimo trimestre è tornato negativo (a -6,8 punti percentuali; era positivo per 4,2 punti nell’inchiesta precedente), riflettendo il peggioramento particolarmente accentuato nell’industria; si è confermato positivo, seppur in flessione, solo per le imprese industriali che realizzano all’estero una quota elevata del fatturato. Anche il saldo relativo alle prospettive a breve termine della domanda è peggiorato, pur mantenendosi positivo per il terzo trimestre consecutivo (5,5 da 16,3 punti percentuali nell’indagine precedente).

Il saldo relativo alla componente estera si conferma più favorevole, pur diminuendo a 13,5 punti percentuali (da 27,1). Il deterioramento ha interessato anche le attese a breve termine: la quota di aziende che prefigura un aumento della domanda estera è scesa al 28,9 per cento (dal 39,9 in giugno), mentre è cresciuta quella degli operatori che ne anticipa una flessione, al 9,4 per cento (dal 5,3).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

Le attese a tre mesi sulle condizioni operative sono caratterizzate dalla perdurante prevalenza dei giudizi di stabilità (71,9 per cento); il saldo fra le risposte di miglioramento e di peggioramento è però tornato negativo, per 13,6 punti percentuali (era appena positivo nella rilevazione precedente), riflettendo soprattutto il pessimismo diffuso fra le aziende dei servizi. Si confermerebbe l’assenza di ripercussioni negative sul contesto operativo della variazione delle condizioni di credito, sia nell’industria, sia nei servizi.

In una prospettiva di medio periodo (tre anni) le attese sulle condizioni operative continuano ad essere positive seppur in lieve deterioramento. La quota di imprese che indica un miglioramento si è attestata al 57,7 per cento (64,0 a giugno) contro il 18,4 per cento di quelle che ne anticipano un peggioramento.

Condizioni per l’investimento

Le aziende hanno espresso giudizi sfavorevoli sulle condizioni per investire: il saldo tra le risposte che indicano un miglioramento e un peggioramento è tornato negativo, per 8,9 punti percentuali (era positivo per 1,9 nell’inchiesta di giugno). L’andamento è risultato particolarmente negativo nel comparto dei servizi.

La spesa per investimenti nel secondo semestre del 2014 si prefigura su livelli sostanzialmente analoghi a quelli della prima parte dell’anno: il 56,6 per cento delle imprese anticipa investimenti costanti, e il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione è pari a 3,4 punti percentuali (era 11,9 in giugno). Le aspettative censite presso le imprese industriali e quelle che realizzano all’estero una quota rilevante del fatturato risultano relativamente più ottimistiche.

Le attese circa la spesa per investimenti nel complesso del 2014 non suggeriscono una ripresa rispetto al 2013. Il saldo tra la quota di imprese che prevede un aumento e quella che segnala una diminuzione è pari ad appena 2,3 punti percentuali (13,1 nell’inchiesta precedente); circa la metà degli operatori prevede investimenti costanti; le valutazioni positive sono concentrate nel comparto industriale.

Condizioni di liquidità e accesso al credito

Le difficoltà di accesso al credito rimangono sostanzialmente invariate. Il saldo negativo tra la quota di imprese che segnala migliori condizioni di finanziamento rispetto ai tre mesi precedenti e quella che ne indica un peggioramento si è lievemente attenuato, a -3,1 punti percentuali da -4,1 dell’inchiesta di giugno.

Le attese sulla posizione di liquidità nei prossimi tre mesi hanno registrato un lieve peggioramento rispetto all’inchiesta precedente: la quota di coloro che ritengono che la posizione sarà insufficiente è aumentata al 19,1 per cento (dal 17,8), mentre è calata al 17,4 quella delle aziende che la valuta più che sufficiente (dal 19,7). I giudizi sono risultati relativamente più favorevoli per le imprese di maggiori dimensioni. In questa indagine è stato domandato alle imprese se nei tre mesi precedenti hanno ridotto i loro depositi bancari, al netto delle normali oscillazioni stagionali; la quota delle aziende che segnala di non averlo fatto è risultata largamente maggioritaria (71,3 per cento), soprattutto nell’industria. Per coloro che hanno contratto i depositi, il fattore che ha inciso maggiormente è il peggioramento degli incassi.

Dinamica dell’occupazione

Peggiorano le attese sulla dinamica dell’occupazione nel breve termine: la quota di imprese che stimano un aumento del numero di addetti nei prossimi tre mesi è scesa all’11,8 per cento (dal 14,3 in giugno); quella delle aziende che ne prefigurano una riduzione è salita al 20,4 (dal 16,3).

Le imprese delle costruzioni

In settembre si è acuito il pessimismo delle imprese di costruzione circa la situazione economica generale: il saldo negativo fra giudizi di miglioramento e di peggioramento si è ampliato a -37,9 punti percentuali, da -14,1 dell’inchiesta precedente; la probabilità assegnata a uno scenario più favorevole nei prossimi tre mesi ha segnato una flessione, al 7,8 per cento (dall’11,3).

Anche le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri lavori sono risultate più sfavorevoli: l’11,1 per cento delle imprese ha riscontrato un miglioramento e il 25,4 ne ha indicato un peggioramento, (il saldo, pari a -14,3; era -7,2 a giugno). Il saldo positivo circa le prospettive della domanda a breve termine si è contratto (a 4,1 punti percentuali, da 12,7).

I giudizi sul contesto operativo delle imprese si sono deteriorati; il saldo sulle valutazioni relative ai prossimi tre mesi si è collocato a -20,6 punti percentuali (da -9,4). Le attese a tre anni hanno segnato un peggioramento: il 54,5 per cento (dal 62,8 dell’inchiesta precedente) si attende condizioni operative migliori, a fronte del 14,4 per cento (dal 13,7) che ne anticipa invece un peggioramento.

Nel terzo trimestre dell’anno si è accentuato il pessimismo relativo ai giudizi sulle condizioni per l’investimento: il saldo tra valutazioni di miglioramento e peggioramento si è attestato a -17,8 punti percentuali, da -8,6 nella rilevazione di giugno. Le imprese continuano a prefigurare un peggioramento della spesa per investimenti nel complesso del 2014 rispetto al 2013: il saldo si è attestato a -13,0 punti percentuali, da -4,0 nella scorsa rilevazione.

La quota di operatori che segnala di aver superato a partire dai mesi estivi la fase più difficile della congiuntura è scesa lievemente, al 22,0 per cento (era 25,5 in giugno); anche la quota delle imprese che si attendono un “solido miglioramento” dei propri ritmi produttivi nei prossimi mesi è calata, al 33,8 per cento (dal 38,3).

Circa l’andamento del numero degli addetti nei prossimi tre mesi, le imprese delle costruzioni continuano ad anticiparne una flessione.

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