Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2011, n. 17Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 3 al 21 marzo 2011 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative d’inflazione e crescita. Hanno partecipato 491 imprese con almeno 50 addetti, di cui 290 operanti nell’industria e 201 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative d’inflazione in Italia e vari azione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sull’inflazione al consumo mostrano una moderata crescita rispetto all’orizzonte temporale, collocandosi al 2,2, 2,3 e 2,4 per cento sui sei, dodici e ventiquattro mesi, rispettivamente. Tali attese sono state riviste al rialzo rispetto a quelle formulate nell’inchiesta di dicembre (di 0,3 punti percentuali per l’intervallo a sei e a dodici mesi, di 0,2 punti a due anni). Le tre previsioni si collocano al di sopra di quelle degli analisti professionali sugli stessi orizzonti temporali. In marzo il ritmo di crescita tendenziale dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stato pari al 2,6 per cento, superiore per 1,2 punti percentuali alle aspettative rilevate nell’inchiesta di dodici mesi fa.

Le imprese hanno dichiarato di aver aumentato i propri prezzi di vendita dell’1,2 per cento rispetto a un anno prima, con una revisione al rialzo rispetto alle ultime inchieste (in dicembre l’aumento era risultato pari allo 0,9 per cento). L’incremento dei listini ha sostanzialmente confermato le attese formulate dagli stessi operatori nell’inchiesta di marzo 2010 per i successivi dodici mesi. I rincari sono risultati più sostenuti nel comparto industriale rispetto ai servizi (2,2 e 0,7 per cento, rispettivamente).

Per i prossimi dodici mesi le imprese anticipano in media una revisione al rialzo dei propri listini pari all’1,8 per cento, ancora più marcata per quelle aventi sede nel Nord Est. Tra i fattori di maggiore pressione sui prezzi si rilevano, in continuità con l’indagine precedente, le spinte provenienti dalle quotazioni delle materie prime e, in misura minore, dal costo del lavoro; le politiche di prezzo dei principali concorrenti continueranno a esercitare invece un’azione di contenimento.

Valutazioni sulla situazione economica generale

Nel primo trimestre del 2011 le valutazioni sulla situazione economica generale, peggiorate nella rilevazione precedente, hanno mostrato un modesto miglioramento, sebbene in un quadro che rimane caratterizzato da una notevole incertezza. La percentuale delle aziende che segnalano una condizione economica invariata rispetto al trimestre precedente si è ridotta, pur rimanendo ampiamente maggioritaria (60,8 per cento, contro il 65,3 di dicembre); il saldo tra i giudizi di miglioramento e quelli di peggioramento è divenuto pressoché nullo (era pari a –16,1 punti percentuali nella rilevazione precedente). A livello disaggregato, il saldo è ora positivo per le aziende dell’industria e aventi sede al Nord, mentre resta negativo per quelle dei servizi e per quelle ubicate nel Centro e, in modo particolare, nel Sud e nelle Isole.

Permane l’incertezza circa le prospettive a breve termine: la quota di imprese che attribuiscono al miglioramento della situazione economica nel prossimo trimestre una probabilità superiore a un quarto è lievemente scesa, al 16,6 per cento, 2 punti percentuali in meno di quanto rilevato a dicembre; si confermano più ottimiste le aziende con almeno 1.000 addetti.

Evoluzione della domanda

Le valutazioni sull’andamento della domanda dei propri prodotti negli ultimi tre mesi sono migliorate: la quota di imprese che la ritengono invariata o in espansione rispetto al trimestre precedente è lievemente aumentata (rispettivamente, al 54,2 e al 26,5 per cento, dal 52,5 e 23,0 per cento), mentre è scesa al 19,3 per cento, dal 24,5 della precedente rilevazione, l’incidenza delle imprese che la ritengono diminuita. Il saldo fra i giudizi di miglioramento e quelli di peggioramento è marcatamente positivo nel comparto dell’industria e lievemente negativo in quello dei servizi; a livello geografico, al saldo largamente positivo delle imprese localizzate al Nord si contrappone quello negativo registrato al Sud e nelle Isole.

Le valutazioni si confermano più favorevoli per le aziende esportatrici, in particolare per quelle che realizzano fuori dai confini nazionali almeno un terzo del proprio fatturato: il saldo positivo fra i giudizi di miglioramento e quelli di peggioramento sull’andamento della domanda estera è quasi raddoppiato rispetto all’inchiesta di dicembre (a 27 punti percentuali, da 14,8).

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

La quota di imprese che si aspettano una stabilità delle condizioni economiche in cui si troveranno a operare nel successivo trimestre resta preponderante (prossima al 70 per cento; tav. 8). Tuttavia, il saldo fra le aziende che si attendono un miglioramento e quelle che scontano un peggioramento di tali condizioni, negativo per quasi 4 punti percentuali in dicembre, si è pressoché annullato (–0,7 punti) riflettendo giudizi meno sfavorevoli da parte delle imprese dei servizi (dove il saldo negativo si è fortemente ridotto, a –7,4 punti percentuali da –18,4).

Tra i fattori che influenzeranno le condizioni economiche delle imprese, migliora il contributo proveniente dalla variazione della domanda, mentre peggiorano gli effetti attesi circa l’andamento delle quotazioni delle materie prime e dei propri prezzi; rimane infine invariato il contributo negativo connesso all’evoluzione del costo del lavoro.

Le previsioni a tre anni sulle condizioni operative delle imprese restano improntate a un certo ottimismo: una larga maggioranza si attende un miglioramento (64,7 per cento, contro 64,3 della rilevazione precedente), in misura più marcata nel caso di quelle industriali e di quelle con almeno 1.000 dipendenti, mentre la quota di aziende che sconta un peggioramento è scesa al 14,0 per cento, dal 15,7.

Condizioni per l’investimento

Le valutazioni sulle condizioni di investimento, peggiorate nell’inchiesta di dicembre, continuano a delineare un quadro caratterizzato da forte incertezza: la percentuale di aziende che le ritengono invariate è scesa al 69,2 per cento (dal 72,1 nella rilevazione precedente; tav. 11); il saldo tra giudizi di miglioramento e di peggioramento è rimasto negativo per 9 punti percentuali. Le indicazioni più sfavorevoli provengono dalle aziende operanti nel Mezzogiorno.

Scorte di prodotti finiti

La percentuale di imprese operanti nel comparto industriale che dichiara di aver aumentato le proprie scorte di prodotti finiti fra il quarto trimestre del 2010 e il primo di quest’anno è lievemente cresciuta rispetto all’inchiesta di dicembre (al 17,9 per cento, dal 16,9); è tornata a salire anche la percentuale, già maggioritaria, di quelle che le hanno mantenute invariate (59,5 per cento, dal 54,3).

Rispetto a dicembre 2010, un maggior numero di imprese giudica adeguato il livello attuale di scorte (86,5 per cento del totale, da 85,3).

Condizioni di accesso al credito

La quota di imprese che considera invariate le condizioni di accesso al credito rispetto al trimestre precedente è lievemente aumentata, all’82,7 per cento. Il saldo negativo fra le aziende che le giudicano migliorate e quelle che le valutano meno favorevo li si è ampliato a –12,9 punti percentuali, da –8,8.

Dinamica dell’occupazione

Le attese a breve termine sull’occupazione sono migliorate: il saldo tra la quota percentuale di imprese che prevedono un aumento del proprio personale nel prossimo trimestre e quella di coloro che ne stimano una riduzione è risultato nullo, dopo essere rimasto negativo per quasi tre anni.

Testo della pubblicazione