Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - settembre 2009, n. 51Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Dal 3 al 22 settembre 2009 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d'Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita. Hanno partecipato 465 imprese con almeno 50 addetti, di cui 286 operanti nell’industria e 179 nel settore dei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione in Italia e vari azione dei prezzi di vendita delle imprese

Le attese sul tasso d’inflazione al consumo per i prossimi dodici mesi si sono collocate all’1,1 per cento, in calo dall’1,4 della rilevazione di giugno e inferiori a quelle dei previsori professionali. Le attese d’inflazione a 24 mesi si sono collocate all’1,8 per cento (1,9 nella rilevazione precedente). Su entrambi gli orizzonti temporali, le attese sono lievemente superiori al Sud, per le imprese del terziario e quelle con almeno 1.000 dipendenti.

In settembre la variazione sui 12 mesi dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stata pari allo 0,3 per cento (stima preliminare diffusa dall’Istat il 30 settembre), inferiore di oltre tre punti percentuali rispetto alle aspettative delle imprese rilevate nello stesso mese dello scorso anno (3,7 per cento).

Il tasso di variazione dei prezzi di vendita dei propri prodotti nei 12 mesi precedenti è stato negativo (–0,6 per cento; era –0,4 lo scorso giugno), contro un aumento del 2,4 per cento previsto dalle imprese sullo stesso orizzonte temporale nell’inchiesta di settembre 2008. La riduzione dei prezzi di vendita è stata particolarmente marcata nell’industria (–1,2 per cento) e pressoché nulla nei servizi (–0,2 per cento). A livello territoriale, la flessione più consistente si è registrata nelle imprese operanti nel Nord Ovest del paese (–1,8 per cento).

Per i prossimi dodici mesi le imprese intervistate anticipano in media un rincaro dei propri prodotti dell’1,1 per cento, senza differenze di rilievo tra industria e servizi (0,9 e 1,2 per cento rispettivamente) in lieve crescita rispetto alla rilevazione dello scorso giugno (0,8 per cento), al contrario di ciò che accade per le aspettative di inflazione. Gli aumenti più consistenti sono attesi dalle aziende ubicate al Sud e nelle Isole (1,6 per cento). Tra i fattori che determineranno questo andamento le imprese segnalano, in continuità con quanto dichiarato a giugno, principalmente pressioni al rialzo provenienti dai prezzi delle materie prime e al ribasso determinate dalle politiche di prezzo dei principali concorrenti; le variazioni della domanda dopo tre trimestri tornerebbero a esercitare una pressione al rialzo, seppur di entità ancora modesta

Valutazioni sulla situazione economica generale

Gli esiti dell’indagine confermano i segnali di attenuazione della fase recessiva emersi dai più recenti indicatori congiunturali. Le aziende che esprimono valutazioni di miglioramento della situazione economica generale, per la prima volta dopo otto trimestri, risultano più numerose di quelle connotate da pessimismo: 19,6 e 16,4 per cento del totale, rispettivamente, a fronte di un saldo negativo di oltre 26 punti percentuali della passata rilevazione. Indicazioni di un quadro economico meno sfavorevole giungono anche dalle attese per i prossimi tre mesi: la percentuale di aziende che non esclude la possibilità di un’evoluzione positiva è aumentata al 69,7 per cento (dal 53,8 di giugno); in particolare, la quota che valuta superiore al 50 per cento la probabilità di miglioramento della situazione generale si è portata all’8,0 per cento (dal 5,0); le attese sono marginalmente più favorevoli per le aziende di maggiore dimensione e per quelle ubicate nelle regioni del Nord.

Evoluzione della domanda

In questa rilevazione sono stati introdotti due nuovi quesiti sull’andamento della domanda nel trimestre estivo. Dalle valutazioni delle imprese emerge il perdurare della sostanziale debolezza delle condizioni di domanda, ritenute invariate rispetto all’inizio dell’estate dal 53,3 per cento di esse; il saldo tra i giudizi di miglioramento (21,2 per cento) e di peggioramento (25,6) è negativo, seppur di misura contenuta. Opinioni meno favorevoli vengono segnalate dalle aziende di grandi dimensioni, da quelle del Nord Est e del Centro Italia. Il quadro complessivo trova sostanziale conferma anche limitando l’analisi alla sola componente estera della domanda.

Valutazioni delle condizioni operative delle imprese

E’ rimasta pressoché stabile rispetto all’inchiesta di giugno la quota di aziende che non prevede cambiamenti di rilievo nelle proprie condizioni operative per i prossimi tre mesi (63,4 per cento), mentre la percentuale di quelle che si attendono un miglioramento è salita al 17,9 (dal 10,2), ora di poco inferiore a quella delle aziende che anticipano un peggioramento (18,7 per cento). In presenza dell’attenuarsi dei timori di ulteriori contrazioni della domanda (in particolare nell’industria), che tuttavia rimane sostanzialmente debole, si confermano le preoccupazioni circa l’andamento dei prezzi delle materie prime e la dinamica del costo del lavoro; l’influenza delle condizioni di accesso al credito rimane non favorevole, seppure in attenuazione rispetto alla rilevazione precedente.

Prosegue il miglioramento delle aspettative di più lungo termine (tre anni) sulle proprie condizioni operative, giudicate più favorevoli da quasi i tre quarti delle imprese (erano il 69 per cento in giugno); la quota è pressoché uniforme fra settori, classi dimensionali e aree geografiche, con la sola eccezione del Sud e Isole dove scende al 58,2 per cento (64,4 in giugno).

Condizioni per l’investimento

Per la prima volta dopo nove trimestri, la percentuale di imprese che ritengono migliorate le condizioni per l’investimento è superiore a quella di quante le giudicano peggiorate (19,8 e 13,9 per cento rispettivamente, contro 14,0 e 26,8 per cento di giugno). Le risposte positive sono risultate più numerose rispetto alla media nelle regioni del Nord Ovest, nel comparto industriale e fra le classi dimensionali medie (200-999 addetti). Sono nuovamente aumentate le imprese che giudicano invariate, rispetto a tre mesi fa, le condizioni per investire (66,3 per cento del totale dal 59,2).

Condizioni di accesso al credito

Gli esiti dell’indagine sembrano delineare un’attenuazione anche nel deterioramento delle condizioni di accesso al credito: la percentuale di imprese che segnala un peggioramento rispetto a tre mesi addietro è ulteriormente diminuita, attestandosi ora al 18,6 per cento (dal 27,8 in giugno) dopo aver toccato un picco del 40,6 per cento a fine 2008. Risultano conseguentemente aumentate le imprese che giudicano la situazione stazionaria, ora pari ai tre quarti del totale, mentre permangono in numero esiguo quelle che hanno rilevato un miglioramento (6,3 per cento). Le condizioni appaiono più favorevoli al crescere della classe dimensionale e nelle regioni del Nord Ovest.

Dinamica dell’occupazione

Continuano ad essere improntate a un sostanziale pessimismo le attese a breve termine sul mercato del lavoro: il saldo tra attese sui livelli occupazionali in aumento e in diminuzione resta negativo seppur in calo rispetto a giugno (–18,0 punti percentuali, da –25,7 punti). Valutazioni largamente più sfavorevoli della media si rilevano nell’industria, dove il saldo è nell’ordine dei –30 punti percentuali (più di un terzo delle imprese prevede una riduzione dell’impiego di lavoro e solo il 5 per cento ne attende un incremento), a fronte dei –3,6 punti del terziario. A livello geografico, le indicazioni peggiori provengono dalle aziende del Sud e delle Isole, quelle meno sfavorevoli dalle imprese del Nord Ovest. In linea con gli esiti delle precedenti indagini, le modalità di aggiustamento del fattore lavoro cui le aziende intendono ricorrere in modo prevalente (e alle quali sono ricorse nei passati nove mesi) sono il blocco delle assunzioni e del turnover, la riduzione dei turni e degli orari e il mancato rinnovo dei contratti a termine; risulterebbe invece relativamente meno utilizzato il ricorso agli incentivi all’uscita volontaria dei dipendenti e ai licenziamenti.

Testo della pubblicazione