Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - dicembre 2007, n. 13Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Fra il 3 dicembre 2007 e il 4 gennaio 2008 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita, riferita al mese di dicembre 2007. Hanno partecipato 467 imprese con almeno 50 addetti, di cui 257 operanti nell’industria e 210 nei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione al consumo in Italia

L’inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,6 per cento, in aumento rispetto al 2,1 per cento registrato nel settembre del 2007. Nel mese di dicembre 2007 il tasso di inflazione al consumo è stato del 2,8 per cento, 0,6 punti percentuali al di sopra delle attese espresse dalle imprese nel dicembre 2006.

Valutazioni sulla situazione economica generale

I giudizi delle imprese sugli andamenti più recenti rimangono prevalentemente negativi: il 52,7 per cento delle imprese ritiene che la situazione economica generale dell’Italia sia peggiorata rispetto a tre mesi fa, il 42,3 la considera invariata, il 5,1 per cento migliorata. Il divario tra giudizi negativi e positivi si è ampliato rispetto al trimestre precedente dal -31,8 al -47,6 per cento. Il saldo dei giudizi, negativo in tutti i raggruppamenti di imprese considerati, è più contenuto nelle imprese del Centro (-38,1) e con almeno 1000 addetti (-33), mentre è più elevato nel Nord-Est (-54,3) e nel Mezzogiorno (-55,7).

Condizioni economiche in cui operano le imprese

Il 61,8 per cento delle imprese si attende condizioni invariate nei prossimi tre mesi; la quota che si aspetta un miglioramento è considerevolmente inferiore a quella che si aspetta un peggioramento (8,5 contro 29,7 per cento). Il divario si è ampliato rispetto alla precedente rilevazione, passando da -8,5 a -21,2 punti percentuali.

Gli effetti della domanda estera continuano a essere valutati nel complesso come positivi per le futura attività dell’impresa (punteggio di 0,6 in una scala che va da -3 a 3). Gli effetti esercitati dalla dinamica del costo del lavoro e delle materie prime sull’attività produttiva sono invece ritenuti negativi (rispettivamente -0,8 e -1,2), in peggioramento rispetto a settembre 2007.

Le previsioni a tre anni relative alle condizioni economiche in cui opereranno le imprese rimangono nel complesso positive e sostanzialmente invariate rispetto a settembre: il 42,9 per cento delle imprese si attende un miglioramento (era il 42,5 per cento a settembre), il 24,9 per cento un peggioramento (era il 22 per cento). I saldi, positivi per tutte le classificazioni, risultano relativamente più favorevoli nell’industria (48,6 contro 25,6), tra le medie imprese (44,9 contro
21,4) e al Centro (56,9 contro 19,4).

Condizioni per l’investimento

Il 56,5 per cento delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a tre mesi fa (era il 57,9 per cento nella scors a rilevazione). Il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli rimane tuttavia negativo e in aumento rispetto al trimestre precedente (-31,3 punti percentuali contro -27,8). Meno sfavorevole il saldo delle imprese nel Sud e Isole (-18,7).

Dinamica dell’occupazione

Per ciò che riguarda l’occupazione totale, le previsioni di incremento nei successivi tre mesi superano nel complesso quelle di riduzione (23,7 contro 16,4 per cento); i saldi risultano pressoché invariati rispetto a settembre. L’occupazione a tempo indeterminato presenta un saldo positivo superiore rispetto a quello dell’occupazione a tempo determinato (3,6 rispetto a 1,9 per cento), sebbene il divario tra i saldi delle due forme si sia ridotto rispetto all’ultima rilevazione (da 6,1 a 1,7 per cento).

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le imprese hanno dichiarato un aumento dei propri prezzi di vendita in media del 1,7 per cento 2 negli ultimi 12 mesi, 0,4 punti percentuali in meno di quanto avevano previsto nel dicembre 2006. Anche per il prossimo anno si attendono un rialzo di 1,7 punti percentuali. Più sostenuta appare la dinamica delle imprese meridionali e nell’industria, sia in retrospettiva (rispettivamente 2,7 e 2,2 per cento) sia in prospettiva (2,5 e 2,3 per cento).

Le imprese segnalano che le tensioni sui propri prezzi deriveranno principalmente dalla variazione dei prezzi delle materie prime, e, in subordine, dall’evoluzione del tasso di cambio dell’euro.

Le imprese tendono a prevedere con regolarità che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi: il differenziale relativo alle previsioni per dicembre 2008 è di 0,9 punti percentuali. La differenza tra il tasso di inflazione osservato a dicembre 2007 e gli aumenti dei prezzi dichiarati dalle imprese sullo stesso orizzonte temporale è di 1,1 punti percentuali.

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