Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2007, n. 23Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Fra il 2 e il 30 marzo 2007 si sono svolte le interviste dell’indagine trimestrale Banca d’Italia – Il Sole 24 Ore sulle aspettative di inflazione e crescita, riferita al mese di marzo 2007. Hanno partecipato 459 imprese con almeno 50 addetti, di cui 247 operanti nell’industria e 212 nei servizi.

I principali risultati

Aspettative di inflazione al consumo in Italia

L’inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,1 per cento, in leggera diminuzione rispetto al dato rilevato lo scorso trimestre. Nel mese di marzo 2007 il tasso di inflazione al consumo è stato del 2,1 per cento, 0,3 punti percentuali al di sotto delle attese espresse dalle imprese nel marzo 2006.

Valutazioni sulla situazione economica generale

I giudizi delle imprese presentano segnali positivi. Il 41,7 per cento delle imprese ritiene che la situazione economica generale dell’Italia sia migliorata rispetto a tre mesi fa; il 48,3 la considera invariata, il 10,1 per cento peggiorata. Il saldo tra giudizi positivi e negativi passa quindi a 31,6 punti percentuali dai 6,7 di dicembre 2006.

La quota di valutazioni positive è più elevata per le imprese del Nord Ovest (45,5 per cento) e per quelle di grandi dimensioni (44,2 per cento); i giudizi negativi sono invece relativamente più frequenti nel Mezzogiorno (16,1 per cento). Le opinioni espresse nel settore dei servizi si presentano maggiormente polarizzate: il 12 per cento registra un peggioramento e il 45,1 per cento un miglioramento, a fronte di quote del 7,2 e del 36,4 per cento nell’industria.

Per il futuro le imprese segnalano un ottimismo maggiore rispetto alla scorsa rilevazione. Il 15,5 per cento delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia nulla, mentre il 33,9 per cento valuta che sia superiore a un quarto; a dicembre le corrispondenti percentuali risultavano rispettivamente pari al 28 e al 23,2 per cento. I segnali di maggiore ottimismo arrivano, come in passato, dal Nord e dalle grandi imprese. È forte la correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

Sebbene il 66,2 per cento delle imprese preveda che nei prossimi tre mesi opererà in condizioni economiche invariate, la quota di coloro che si aspettano un’evoluzione positiva è superiore a quella di coloro che invece prevedono un peggioramento (23,9 contro 9,8 per cento). Il divario tra le due opzioni è più che triplicato rispetto alla scorsa rilevazione (14,1 punti percentuali contro i 4,2 di dicembre). Si riscontra anche in questo caso una forte correlazione tra le valutazioni espresse ed il parere relativo all’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi.

In continuità con il passato, le imprese prevedono che nel prossimo trimestre gli effetti esercitati dalla dinamica dei costi delle materie prime e dal costo del lavoro sulla propria attività saranno lievemente negativi. Di segno contrario e di maggiore intensità dovrebbero essere gli effetti della domanda, sia interna sia estera, mentre gli effetti di prezzo si presentano solo moderatamente positivi.

Le previsioni relative alle condizioni economiche in cui opereranno le imprese tra tre anni rimangono positive: il 53,4 per cento delle imprese si attende un miglioramento (era il 50,1 per cento a dicembre), il 18,6 per cento un peggioramento (17,2 per cento). Si riscontrano giudizi positivi più spesso nel Nord Ovest (54,7 per cento) e al Centro (54,6 per cento); quelli negativi sono relativamente più frequenti per le imprese di media dimensione (20,7 per cento).

Condizioni per l’investimento

Il 63,5 per cento delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a tre mesi fa (era il 59,2 per cento nella scorsa rilevazione). I giudizi positivi sono più frequenti di quelli negativi (20,7 per cento contro 15,8 per cento), contrariamente a quanto osservato in dicembre (erano rispettivamente il 16,6 e il 24,1 per cento). Le più alte quote di valutazioni ottimistiche si osservano per le imprese con 1000 addetti e oltre (26 per cento); i più forti segnali di peggioramento vengono dalle imprese del Nord Est (giudizi negativi nel 18,4 per cento dei casi). Anche in questo caso, i giudizi espressi nel settore dei servizi sono particolarmente polarizzati: il 18,4 per cento delle imprese segnala un peggioramento e il 24,8 per cento un miglioramento, mentre per l’industria le quote sono rispettivamente dell’11,9 e del 14,5 per cento.

Dinamica dell’occupazione

Per ciò che riguarda l’occupazione totale, le previsioni a tre mesi di incremento superano quelle di riduzione (35,1 contro 18,4 per cento); il fenomeno era già stato osservato nell corso del 2006, e il differenziale è in costante aumento. Come già in passato, sono più orientate alla crescita degli occupati le imprese dei servizi (il 40,4 per cento prevede un aumento e il 16,3 un ribasso) e quelle del Nord Est (38,1 contro 12,9 per cento). In questa rilevazione emerge una tendenza positiva anche per le imprese più piccole, che prevedono più occupati nel 37,8 per cento dei casi, e meno occupati nell’11 per cento. È in controtendenza invece il Mezzogiorno, dove il 38,5 per cento delle imprese prevede un decremento dell’occupazione, e solo il 25,6 per cento un incremento. Le modifiche al rialzo appaiono prevalenti, come già a dicembre, anche se si considera la sola occupazione a tempo indeterminato (25,9 contro il 16,6 per cento al ribasso); l’occupazione a tempo determinato è, come già in passato, valutata in aumento, in particolare tra le grandi imprese e nei servizi.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le imprese in media hanno dichiarato un aumento dei propri prezzi di vendita del 3,2 per cento negli ultimi 12 mesi, 1,5 punti percentuali in più di quanto avevano previsto nel marzo 2006; su questo dato hanno pesato i rincari nel settore dei trasporti. Per il prossimo anno ci si attende un rialzo di 2 punti percentuali. Più sostenuta appare la dinamica delle imprese del Centro e di quelle dei servizi, sia in retrospettiva sia in prospettiva. Più contenuto è invece il movimento dei prezzi per il Nord Est. Le imprese segnalano un effetto inflattivo delle variazioni nel tasso di cambio dell’euro, mentre fattori quali il costo del lavoro o delle materie prime appaiono esercitare un’influenza molto modesta.

Le imprese prevedono normalmente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi; il differenziale relativo alle previsioni per marzo 2008 è di 0,1 punti percentuali. La differenza tra il tasso di inflazione annuo osservati a marzo 2007 e gli aumenti dei prezzi dichiarati dalle imprese sullo stesso orizzonte temporale è di -1,1 punti percentuali (in dicembre il corrispondente divario era di 0,6 punti percentuali).

Testo della pubblicazione