Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione e crescita - marzo 2006

Sono state intervistate 481 imprese con almeno 50 addetti, estratte casualmente dagli archivi Kompass. Le interviste sono state condotte dalla Questlab S.r.l. tra l’1 e il 30 marzo 2006.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo in Italia

L'inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,4 per cento, in leggera di minuzione rispetto al dato rilevato lo scorso trimestre. La discrepanza tra inflazione prevista per i successivi dodici mesi e tasso effettivamente realizzato, per il mese più recente per il quale è possibile il confronto (dicembre 2005), è stata di 0,2 punti percentuali in eccesso, in calo rispetto al mese di settembre 2005.

Situazione economica generale

Secondo il 60,4 per cento delle imprese, la situazione economica generale dell’Italia è invariata rispetto a tre mesi fa. Aumenta leggermente rispetto a dicembre 2005 la percentuale di imprese che la ritiene migliorata (24 per cento contro 22,4 per cento), e diminuisce la quota che indica un peggioramento (15,6 per cento contro 16,1 per cento). La quota di giudizi positivi è maggiore della media nel Nord Ovest (30,1 per cento), quelli negativi sono più frequenti al Sud (24,8 per cento).

Anche le aspettative sul futuro risultano più ottimistiche rispetto al passato: solo il 28,4 per cento delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia nulla (era il 33,3 a dicembre). I segnali più forti arrivano ancora dal Nord Ovest e dalle grandi imprese. E’ forte la correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

Sebbene il 66,9 per cento delle imprese preveda che nei prossimi tre mesi opererà in condizioni economiche invariate, la quota di coloro che si aspettano un’evoluzione positiva (23,7 per cento) è superiore a quella di coloro che invece prevedono un peggioramento (9,5 per cento). Il divario tra le due opzioni è più che raddoppiato rispetto alla scorsa rilevazione (14,2 punti percentuali contro i 6,5 di dicembre). Si riscontra anche in questo caso una forte correlazione tra le valutazioni espresse ed il parere relativo all’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi. In continuità con il passato, le imprese prevedono che nel prossimo trimestre gli effetti esercitati dalla dinamica dei prezzi delle materie prime e dal costo del lavoro sulla propria attività saranno lievemente negativi. Di segno contrario e di intensità altrettanto moderata saranno gli effetti di domanda, sia interna sia estera.

Le previsioni relative alle condizioni economiche in cui opereranno le imprese tra tre anni rimangono positive, come già osservato a dicembre 2005: il 60,6 per cento delle imprese si attende un miglioramento (era il 59,9 per cento), il 16,8 per cento un peggioramento (14,4 per cento). Si riscontrano giudizi positivi più spesso nel Nord Ovest (65,5 per cento) e per i servizi (62,2 per cento); quelli negativi sono relativamente più frequenti al Centro (21,8 per cento) e al Sud (20 per cento).

Condizioni per l'investimento

Il 70,8 per cento delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a dicembre 2005 (era il 72,6 per cento nella scorsa rilevazione). I giudizi negativi e quelli positivi sono di entità sostanzialmente pari (14,6 per cento contro 14,7 per cento), mentre in dicembre i primi sopravanzavano i secondi di 4,5 punti percentuali. Come per gli altri fenomeni rilevati, i più forti segnali di miglioramento vengono dal Nord Ovest e dalle grandi imprese.

Dinamica dell'occupazione

Per ciò che riguarda l’occupazione totale, per la prima volta dall’inizio della rilevazione del fenomeno nella presente indagine (dicembre 2004) le previsioni a tre mesi di incremento superano per quelle di riduzione (29,8 per cento contro 21,3 per cento). Sono più orientate alla crescita degli occupati le imprese dei servizi (il 37,1 per cento prevede un aumento, il 16,3 un ribasso), e quelle di grandi dimensioni (33,7 per cento contro 22,1 per cento); fa eccezione alla tendenza generale il Centro (27,3 per cento contro 24,7 per cento). Per la sola occupazione a tempo indeterminato rimangono prevalenti le modifiche al ribasso (20,7 per cento delle imprese, mentre quelle al rialzo interessano il 17,6 per cento), ma il divario tra le due modalità è più che dimezzato rispetto alla scorsa rilevazione (3,1 punti percentuali contro 6,8). L’occupazione a tempo determinato è valutata in aumento, in particolare tra le grandi imprese, nei servizi e nelle regioni del Sud e delle Isole.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

le imprese in media hanno dichiarato un aumento dei propri prezzi di vendita dello 0,7 per cento negli ultimi 12 mesi, meno di quanto avevano previsto nel marzo 2005 (1,5 per cento). Per il prossimo anno ci si attende un rialzo di 1,7 punti percentuali, in linea con quello indicato in dicembre. Più sostenuta appare la dinamica delle imprese del Centro, che tuttavia hanno realizzato i minori incrementi nell’anno passato. Secondo le imprese intervistate, gli aumenti si potranno ricondurre principalmente alle tensioni sul mercato delle materie prime e alle variazioni del tasso di cambio dell’euro. Le variazioni della domanda e del costo del lavoro eserciteranno, secondo le imprese intervistate, un’influenza nulla o trascurabile.

Le imprese prevedono sistematicamente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. Con  riferimento al passato, le imprese segnalano di solito incrementi dei propri prezzi inferiori rispetto all'indice generale. Il differenziale relativo alle previsioni per marzo 2007 si attesta su 0,7 punti percentuali, in lieve calo rispetto allo scorso trimestre (0,8). Per l’ultimo mese per cui sono disponibili i dati (dicembre 2005), la differenza tra il tasso di inflazione effettivamente realizzato nei dodici mesi precedenti e gli aumenti dei prezzi dichiarati sullo stesso orizzonte temporale è di 1 punto percentuale (era l’1,1 per cento per settembre 2005).

Testo della pubblicazione