Indagine Sole 24 Ore-Banca d'Italia sulle aspettative di inflazione e crescita - giugno 2005

Sono state intervistate 515 imprese con almeno 50 addetti, estratte casualmente dagli archivi Kompass. Le interviste sono state condotte dalla Questlab S.r.l. tra il 6 e il 29 giugno 2005.

Sintesi dei risultati

Inflazione al consumo in Italia

In Italia l'inflazione attesa per i prossimi dodici mesi è pari al 2,3 per cento, stazionaria rispetto al dato rilevato lo scorso trimestre; il valore resta tra i più bassi registrati alla prima edizione dell’indagine, condotta nel dicembre 1999. La distribuzione delle aspettative si presenta omogenea per classe dimensionale, settore e area geografica. La discrepanza tra inflazione prevista per i successivi dodici mesi e tasso effettivamente realizzato, per il mese più recente per il quale è possibile il confronto (marzo 2005), è stata di 0,3 punti percentuali in eccesso, stazionaria rispetto al mese di dicembre 2004.

Situazione economica generale

Secondo il 52,5 per cento delle imprese, la situazione economica generale dell’Italia oggi è peggiorata rispetto a tre mesi fa. Il 44,8 per cento ritiene invece che essa sia rimasta invariata; solo il 2,7 per cento indica un miglioramento (10,6 nella precedente rilevazione). La quota di giudizi negativi è lievemente minore della media nell'industria (48,7 per cento) e nel Nord Ovest (45,8 per cento), maggiore invece nel settore dei servizi (58,4 per cento). Nel Sud e nelle Isole sono particolarmente frequenti le indicazioni negative (64,9 per cento).

La maggioranza delle imprese ritiene che la probabilità di miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi sia nulla (48,6 per cento) o minore del 25 per cento (39,4 per cento). Solo il 3,8 per cento valuta invece che le probabilità di miglioramento siano superiori alla metà. Il pessimismo è più diffuso nelle regioni meridionali, l’ottimismo al Nord e nel settore industriale. Si riscontra una forte correlazione tra il giudizio espresso circa l’andamento dell’economia negli scorsi tre mesi e la probabilità di miglioramento indicata per i prossimi tre mesi.

Condizioni economiche in cui operano le imprese

La maggioranza delle imprese prevede che nei prossimi tre mesi opererà in condizioni economiche invariate (65,1 per cento). La quota di ottimisti (11,8 per cento) è circa la metà di quella dei pessimisti (23,1 per cento): le due quote erano invece circa uguali nella scorsa rilevazione. Gli effetti della dinamica dei prezzi delle materie prime e del costo del lavoro saranno debolmente favorevoli; le variazioni della domanda non saranno invece rilevanti, compensandosi tra loro gli effetti negativi della domanda interna con quelli debolmente positivi di quella estera. Si riscontra anche in questo caso una forte correlazione tra le valutazioni espresse ed il parere relativo all’andamento dell’economia negli ultimi tre mesi).

A partire dalla presente rilevazione è stata inoltre posta alle imprese una domanda riguardo le proprie condizioni economiche nel prossimo triennio. Il 57,5 per cento delle imprese prevede un miglioramento delle proprie condizioni economiche nei prossimi tre anni; il 19,3 per cento un peggioramento. Si riscontra un relativo maggior ottimismo nell'industria (63,4 per cento) e al Nord Ovest (61,6 per cento); prevedono invece un peggioramento delle proprie condizioni maggiore della media le imprese sotto i 200 addetti (20 per cento), le imprese dei servizi (28,7 per cento) e le imprese del Centro (26,5 per cento).

Condizioni per l'investimento

Un'ampia maggioranza delle imprese valuta che le condizioni per investire siano rimaste invariate rispetto a marzo 2005 (71,2 per cento). Analogamente a quanto osservato nel caso della situazione economica generale, i giudizi negativi sono in numero assai maggiore rispetto a quelli positivi (25,6 contro 3,2 per cento). Il Sud, il Nord Est e il settore dei servizi indicano condizioni relativamente peggiori; l'industria e le grandi imprese mostrano condizioni più favorevoli.

Dinamica dell'occupazione

La maggioranza delle imprese non programma variazioni per i prossimi tre mesi (rispettivamente 56,0, 64,0 e 61,8 per cento per l’occupazione totale, a tempo indeterminato e a tempo determinato). Per ciò che riguarda l’occupazione totale, il 26,0 per cento delle imprese prevede una riduzione e il 18,0 per cento una crescita. Le modifiche al ribasso sono prevalenti per l’occupazione a tempo indeterminato (24,9 per cento, contro l'11,0 per cento di imprese che prevedono un aumento); appena in rialzo sarà invece l’occupazione a tempo determinato (20,0 per cento, contro il 18,2 per cento di previsioni al ribasso). La dinamica è in generale più positiva della media al Centro-Sud; è particolarmente negativa nelle grandi imprese, nell'industria e nel Nord Ovest. L’occupazione a tempo indeterminato risulta in flessione in particolare nelle grandi imprese e nel Nord Ovest; nelle regioni centro-meridionali risulta invece in sostenuto aumento quella a tempo determinato.

Variazione dei prezzi di vendita delle imprese

Le imprese in media hanno aumentato i propri prezzi di vendita dell'1,2 per cento negli ultimi 12 mesi, meno di quanto avevano previsto nel giugno 2004 (1,7 per cento). Per il prossimo anno ci si attende un rialzo di 0,6 punti percentuali, inferiore all’1,5 per cento indicato in marzo. Le imprese del Sud e Isole prevedono tuttavia incrementi in linea con quelli indicati nella scorsa rilevazione (1,4 per cento contro 1,6). Secondo le imprese intervistate, gli aumenti si potranno ricondurre principalmente alle variazioni del tasso di cambio dell’euro e alle tensioni sul mercato delle materie prime. Le variazioni della domanda e del costo del lavoro eserciteranno un’influenza di entità trascurabile.

Le imprese prevedono sistematicamente che i propri prezzi aumenteranno meno dell’indice generale nel corso dei 12 mesi successivi. Analogamente, con riferimento al passato, le imprese segnalano sistematicamente incrementi dei propri prezzi inferiori rispetto all'indice generale. Il differenziale relativo alle previsioni per giugno 2006 si attesta su 1,7 punti percentuali, superiore rispetto allo scorso trimestre (0,6 punti); analogamente, la differenza tra il tasso di inflazione effettivamente realizzato nei dodici mesi precedenti e gli aumenti dei prezzi dichiarati sullo stesso orizzonte temporale è di 0,8 punti percentuali (era di 0,5 punti nella precedente rilevazione).

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