I bilanci delle famiglie italiane nell'anno 2008Supplementi al Bollettino Statistico - Indagini campionarie

Nel periodo compreso tra gennaio e settembre del 2009 si sono svolte le interviste dell'indagine campionaria sui bilanci delle famiglie italiane relativa all’anno 2008.

Per l'indagine sul 2008 è stato utilizzato lo stesso schema di campionamento delle indagini precedenti con una numerosità campionaria sostanzialmente stabile (7.977 famiglie intervistate, contro 7.768 del 2006). Le famiglie sono state estratte dalle liste anagrafiche di 359 comuni; sono composte di 19.907 individui, di cui 13.268 percettori di reddito.

Rispetto alla scorsa rilevazione il questionario base è rimasto sostanzialmente invariato. Le sezioni monografiche hanno riguardato il benessere percepito, le condizioni della famiglia di origine, gli strumenti di pagamento e l’informazione finanziaria.

I principali risultati

Nel 2008 il reddito familiare medio, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato di 2.679 euro al mese. Il 20 per cento delle famiglie ha un reddito mensile inferiore a circa 1.281 euro, il 10 per cento superiore a 4.860 euro; il reddito mediano è pari a 2.174 euro. La concentrazione dei redditi è risultata nel 2008 sostanzialmente in linea con quella rilevata negli anni passati.

Nel biennio 2006-2008 il reddito medio delle famiglie si è contratto in termini reali di circa il 4 per cento; tenendo conto dei cambiamenti nell’ampiezza e nella composizione della famiglia il reddito equivalente è caduto circa del 2,6 per cento. La riduzione è sostanzialmente simile a quella osservata nel corso della precedente recessione, tra il 1991 e il 1993.

La riduzione dei redditi ha riguardato in misura maggiore i lavoratori indipendenti rispetto ai dipendenti e agli individui in condizione non professionale. Inoltre, la contrazione è stata maggiore per gli individui di età inferiore ai 55 anni ed in particolare per quelli con meno di 45 anni.

La quota di individui con reddito al di sotto della soglia di povertà risulta pari al 13,4 per cento, valore sostanzialmente in linea con quello rilevato nel 2006.

La quota di individui residenti in Italia e nati all’estero è cresciuta fra il 2006 e il 2008 di due punti percentuali portandosi a circa il 7 per cento della popolazione. Di questi, circa il 36 per cento ha cittadinanza italiana. Il 24 per cento di quelli con altra cittadinanza sono cittadini di paesi appartenenti all’Unione Europea.

Nel 2008 la ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presenta un valore mediano di 153.000 euro. In termini reali, dopo essere cresciuto di circa il 44 per cento dal 1993 al 2006 soprattutto grazie all’aumento del valore degli immobili, questo importo è diminuito di circa l’1 per cento nel biennio successivo.

Il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede quasi il 45 per cento dell'intera ricchezza netta delle famiglie italiane. Tale livello di concentrazione è rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni.

La percentuale di famiglie indebitate è aumentata di quasi due punti percentuali, al 27,8 per cento, un valore ancora inferiore a quelli dei principali paesi industriali, in particolare nel comparto dei mutui. Non è tuttavia aumentato il loro grado di vulnerabilità finanziaria, misurato dall’incidenza della rata dei prestiti per immobili sul reddito disponibile, che risulta pari a circa il 17 per cento, in linea con quanto rilevato nel 2006 e in altri paesi dell’area dell’euro.

L'affitto medio pagato dalle famiglie è stato nel 2008 pari a circa 336 euro al mese per un’abitazione della superficie media di 75 mq. Considerando un’abitazione di dimensione mediana, nell’ultimo biennio l’incidenza della spesa dell’affitto sul reddito delle famiglie locatarie è aumentato di circa un punto percentuale, portandosi su un livello di circa il 18,6 per cento.

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