N. 1 - L'economia del PiemonteRapporto annuale

In Piemonte nel 2017 si è consolidata la fase di ripresa dell'attività economica. In base alle stime disponibili, il PIL sarebbe cresciuto pressoché in linea con la media italiana.

Nei primi mesi del 2018 la congiuntura è stata ancora favorevole, anche se in un quadro leggermente meno vivace rispetto allo scorcio del 2017. Per il complesso dell'anno in corso le previsioni formulate dagli operatori tra marzo e aprile prefigurano un'ulteriore espansione delle vendite e un'intensificazione degli investimenti.

Le imprese

Nell'industria la produzione ha accelerato in tutti i principali settori, ad eccezione di quello dei mezzi di trasporto. La crescita, diffusa a tutte le classi dimensionali di impresa, si è riflessa sul grado di utilizzo della capacità produttiva che ha raggiunto livelli storicamente elevati. L'aumento della produzione è stato trainato dal rafforzamento degli ordini interni e dalla significativa espansione delle esportazioni, la cui quota di mercato mondiale è salita rispetto all'inizio del decennio, grazie soprattutto all'evoluzione favorevole della domanda rivolta ad alcuni comparti di specializzazione regionale.

Lo scorso anno l'ulteriore espansione della domanda sia delle imprese sia delle famiglie ha influito positivamente sull'attività nel terziario. Il trasporto di merci ha continuato a svilupparsi a ritmi sostenuti. Nel turismo la crescita dei pernottamenti si è intensificata grazie all'ulteriore aumento della componente nazionale e alla ripresa dei flussi di stranieri. Per contro, l'attività nelle costruzioni è stata ancora debole, soprattutto nel comparto delle opere pubbliche. Nel mercato immobiliare residenziale è proseguita la graduale ripresa delle compravendite, anche se a tassi più contenuti rispetto all'anno precedente; i prezzi tuttavia hanno continuato a calare, anche per il perdurare di un elevato stock di abitazioni in vendita.

L'attività di investimento è rimasta sostenuta, grazie al consolidamento della ripresa, alla riduzione dei margini di capacità produttiva inutilizzata e alle favorevoli condizioni di accesso al credito; vi hanno influito anche gli incentivi fiscali per l'acquisto di macchinari a tecnologia avanzata. Il credito alle imprese è tornato a crescere sul finire dell'anno nella manifattura e nei servizi, in presenza di condizioni di offerta ancora accomodanti.

L'economia piemontese tra crisi e ripresa

Nel panorama nazionale il Piemonte si caratterizza per la presenza di numerosi fattori favorevoli allo sviluppo. Ciò nonostante, rispetto alle altre aree del Nord e alla stessa media italiana la regione continua a mostrare un divario negativo di crescita, già emerso prima della crisi e accentuatosi a partire dal 2008. La peggiore dinamica degli ultimi anni è riconducibile soprattutto ad alcuni comparti dei servizi; nostre analisi evidenziano la rilevanza di taluni elementi di debolezza, tra cui l'andamento relativamente sfavorevole della produttività, l'invecchiamento della popolazione, la più bassa qualità del capitale umano e la maggiore diffusione delle situazioni di fragilità di impresa.

Il mercato del lavoro

È proseguito lo scorso anno il graduale recupero dell'occupazione iniziato nel 2014. Vi si è accompagnata una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. All'ulteriore aumento dei lavoratori dipendenti si è ancora associato il calo di quelli autonomi, su cui hanno influito anche i cambiamenti normativi degli ultimi anni. Il venir meno degli sgravi contributivi ha indotto una nuova ricomposizione dell'occupazione a favore degli impieghi a termine. Il numero delle persone in cerca di lavoro si è ancora ridotto e il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, anche per i giovani.

Le famiglie

È proseguita la ripresa dei redditi delle famiglie, favorita dal miglioramento del mercato del lavoro. Anche i consumi sono nuovamente cresciuti, secondo le stime preliminari disponibili; vi ha contribuito la spesa per beni durevoli, che ha continuato a beneficiare di condizioni favorevoli di accesso al credito. Nel complesso l'indebitamento delle famiglie è ancora aumentato, sospinto anche dall'ulteriore espansione dei mutui per l'acquisto di abitazioni. In Piemonte comunque il peso sul reddito disponibile del debito verso banche e società finanziarie rimane inferiore alla media italiana.

Il risparmio finanziario delle famiglie si è ancora orientato lo scorso anno soprattutto verso i conti correnti bancari e le quote di fondi comuni di investimento. Tra il 2008 e il 2016 la ricchezza netta pro capite è scesa, pur rimanendo superiore alla media del Paese. La riduzione ha riflesso soprattutto il calo del valore delle attività reali.

Il mercato del credito

I prestiti bancari alla clientela piemontese hanno continuato a crescere moderatamente, grazie all'ulteriore espansione di quelli alle famiglie e alla ripresa di quelli alle imprese. La qualità del credito è ancora migliorata, beneficiando del consolidamento della ripresa. Si è intensificato il processo di riduzione dei crediti deteriorati accumulati durante la lunga crisi, anche grazie all'aumento delle operazioni di cessione delle sofferenze.

È proseguito lo scorso anno il processo in atto dall'inizio del decennio di razionalizzazione della rete territoriale delle banche, a cui si è associata una crescente diffusione dei canali telematici per l'accesso ai servizi bancari.

La finanza pubblica

Nella media del triennio 2014-16 la spesa delle Amministrazioni locali piemontesi è scesa in misura significativa e superiore alla media nazionale, riflettendo la contrazione sia della parte corrente sia di quella in conto capitale. La riduzione degli investimenti pubblici è proseguita nel 2017, pur in presenza di un quadro di regole di bilancio che avrebbe dovuto risultare più favorevole all'accumulazione di capitale pubblico. Anche il debito delle Amministrazioni locali del Piemonte ha continuato a diminuire a tassi superiori alla media nazionale, ma in rapporto al PIL rimane assai più elevato del corrispondente dato medio delle regioni italiane.

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