N. 20 - L'economia della SardegnaRapporto annuale

Nel 2015 si sono irrobustiti i segnali di ripresa dell’economia regionale che avevano iniziato a manifestarsi nell’anno precedente; permangono elementi di debolezza soprattutto in quei contesti che maggiormente hanno risentito della prolungata crisi. Le stime rilasciate da Prometeia indicano una crescita, ancorché lieve, del prodotto regionale, dopo la contrazione registrata negli ultimi anni. Alla difficoltà delle imprese regionali nell’intercettare la domanda estera, i cui benefici sono rimasti circoscritti principalmente ai comparti petrolifero e alimentare, si sta gradualmente affiancando un rafforzamento di quella interna, in particolare per consumi e investimenti.

L’attività nel settore industriale si è intensificata. Secondo le indagini della Banca d’Italia condotte all’inizio dell’anno in corso, nel 2015 si è osservata una crescita della produzione e degli ordini, soprattutto nel comparto agroalimentare, e un incremento degli investimenti produttivi. Dopo un calo prolungato, l’attività nel settore delle costruzioni si è stabilizzata: alla flessione degli investimenti nel settore residenziale si è contrapposto un aumento di quelli pubblici; il mercato immobiliare ha mostrato i primi segnali di ripresa. Le imprese del commercio hanno beneficiato della lieve crescita dei consumi, che tuttavia rimangono su livelli ancora contenuti; si è confermata l’espansione nel settore turistico e anche i flussi di passeggeri e merci negli scali portuali e aeroportuali dell’isola sono aumentati.

I livelli occupazionali sono cresciuti e si è rafforzata la domanda di lavoro per le forme contrattuali più stabili. La crescita delle opportunità di impiego si è riflessa in un calo del tasso di disoccupazione, diminuito per la prima volta dopo tre anni; rimane elevata la quota di coloro che sono alla ricerca di lavoro da più di dodici mesi. Le probabilità di trovare un’occupazione si sono ridotte ulteriormente per i più giovani e allo stesso tempo è diminuita la partecipazione di questi alla formazione universitaria offerta dagli atenei regionali; al contrario, aumenta il numero degli studenti sardi che scelgono di iscriversi in università al di fuori dell’isola.

Nel corso del 2015 la dinamica del credito in regione si è progressivamente rafforzata e alla fine dell’anno si è registrata una lieve espansione, dopo il calo del triennio precedente. All’evoluzione ha contribuito l’intensificarsi della domanda sia delle imprese sia delle famiglie; dal lato dell’offerta, è proseguito l’allentamento delle condizioni praticate dagli intermediari. I finanziamenti alle imprese sono tornati a crescere, in particolare quelli destinati all’industria manifatturiera; il credito alle costruzioni ha continuato a diminuire, mentre nei servizi si è attenuata la flessione degli ultimi anni. L’espansione dei prestiti ha riguardato esclusivamente le imprese medio-grandi e la clientela classificata come non rischiosa. I finanziamenti alle famiglie sono rimasti sostanzialmente stabili: all’aumento di quelli bancari ha continuato ad associarsi una flessione del credito al consumo concesso dalle società finanziarie; i flussi dei mutui finalizzati all’acquisto di abitazioni hanno accelerato.

È proseguita la riduzione del costo dei finanziamenti, anche per effetto dei benefici provenienti dalle misure espansive di politica monetaria poste in essere nel corso dell’anno dalla Banca Centrale Europea. La qualità del credito in regione ha mostrato i primi segnali di miglioramento. Il tasso di ingresso in sofferenza complessivo si è ridotto per effetto della minore rischiosità dei prestiti alle imprese, in particolare quelle di media e grande dimensione. Al miglioramento della qualità del credito ha contribuito anche il calo della quota di finanziamenti al settore produttivo caratterizzati da gradi di anomalia diversi dalle sofferenze.

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