N. 37 - L'economia della CampaniaAggiornamento congiunturale

Nei primi tre trimestri del 2015 i segnali di ripresa si sono estesi in Campania a una più ampia parte del sistema economico, sebbene nel complesso i livelli di attività permangano su valori inferiori a quelli pre-crisi. Nelle nostre indagini, il numero di imprese che hanno indicato di aver accresciuto il fatturato è aumentato rispetto al corrispondente periodo del 2014, superando in misura ampia quello delle aziende che hanno registrato un calo. Al contributo della espansione della domanda estera si è aggiunto quello della ripresa degli ordini interni. Il miglioramento ha interessato anche le imprese di minori dimensioni, la cui condizione aveva continuato a peggiorare nel 2014. L’inversione di tendenza, nelle previsioni a breve termine delle imprese campane, si rafforzerebbe nei prossimi mesi. Ne beneficerebbero gli investimenti, anche per le imprese più piccole.

Le esportazioni hanno ripreso a crescere, in particolare quelle verso i paesi dell’Unione europea. All’espansione hanno contribuito principalmente le imprese del comparto agro-alimentare e, in minor misura, quelle dei prodotti in metallo. Le vendite verso i paesi extra UE sono aumentate nonostante il forte ridimensionamento di quelle verso gli Stati Uniti, concentrato nel settore aerospaziale.

Dopo la flessione del biennio 2013-14, l’occupazione ha ripreso a crescere. È aumentata nel settore primario e in quello dei servizi, si è stabilizzata nell’industria e nelle costruzioni. Tra le nuove assunzioni si è notevolmente accresciuta la quota di quelle a tempo indeterminato. L’espansione dell’occupazione ha contribuito al calo del numero di persone in cerca di lavoro. Tale andamento ha tuttavia risentito anche della crescita degli inattivi e in particolare di quelli che, pur dichiarandosi disponibili ad accettare un lavoro, non lo cercano effettivamente. Il tasso di disoccupazione è quindi calato ma, allo stesso tempo, si è ridotto il tasso di attività.

Il credito alle imprese concesso da banche e società finanziarie ha ripreso a crescere, tranne che nelle costruzioni. Si è attenuata la contrazione del credito alle famiglie. I tassi d’interesse sui prestiti si sono ulteriormente ridotti. La riduzione del costo del credito è stata tuttavia frenata dalla rischiosità dei prestiti che permane su livelli elevati, specie nel settore delle costruzioni.

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